Il Piano Territoriale di Coordinamento
Edito da: Istituto Nazionale di Urbanistica
Anno V 1999
Costo: Lit. 55.000

URBANISTICAQUADERNIN.19 Anno 1999E' stato pubblicato dall' Istituto Nazionale di Urbanistica un numero monografico della Rivista "Urbanistica Quaderni" sul Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pesaro e Urbino.Il volume, curato da Roberto Biagianti, Bruno Conti, Paolo Galuzzi, Mauro Moretti e Piergiorgio Vitillo, contiene una ampia selezione dei documenti e degli elaborati cartografici del Piano adottato, oltre ad una serie di immagini fotografiche del territorio provinciale.Presentazione

PROF. UMBERTO BERNARDINI Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino

L’adozione del Piano Territoriale di Coordinamento da parte della Provincia di Pesaro e Urbino, al di là del necessario adempimento formale, che cade a sei anni dall’attribuzione delle funzioni urbanistiche avvenuta con la L.R. 34/92, assume una rilevanza estremamente significativa, in quanto si configura come snodo essenziale nella politica urbanistica dell’Ente che sviluppa così nella sua interezza il ruolo di programmazione e coordinamento affidatogli dagli ordinamenti.
La nostra Amministrazione è stata l’alfiere della battaglia che ha portato la Regione Marche, prima in Italia, a dare concreta attuazione agli indirizzi e alle indicazioni contenuti negli articoli 14 e 15 della L. 142/90 di riforma delle Autonomie Locali: dopo un lungo dibattito culturale e disciplinare la Provincia non solo è stata individuata come livello intermedio di pianificazione d’area vasta, ma le è stato anche attribuito il potere di approvare i PRG comunali.
In questi anni la Provincia di Pesaro e Urbino ha allestito un nutrito staff tecnico con professionalità appartenenti alle varie discipline attinenti al campo della Pianificazione Territoriale (Architetti, Ingegneri, Geometri, Agronomi, Biologi, Geologi ecc.), dotandolo dei più moderni mezzi informatici, al fine di rispondere con rapidità e competenza alle istanze che vengono sottoposte da Enti Locali, Associazioni Professionali e di categoria, gruppi ambientalisti e cittadini.
Il positivo riscontro presso la comunità provinciale dell’operato degli Uffici, l’esperienza maturata nell’esame degli strumenti urbanistici generali e attuativi, l’approfondita conoscenza del territorio provinciale, delle sue infrastrutture, dei suoi insediamenti, delle sue ricchezze storico - ambientali, sono stati il presupposto in base al quale la Giunta ha deciso di affidare al proprio apparato la redazione del PTC.
Ovviamente ci si è avvalsi della consulenza generale ed operativa di esperti di chiara fama in materia urbanistica quali i Prof. Giuseppe Campos Venuti e Federico Oliva, nonché di collaborazioni d’alto profilo scientifico e culturale per aspetti settoriali e specialistici.
Da questa collaborazione sinergica è così nato il primo Piano Territoriale di Coordinamento adottato da una Provincia delle Marche, che risulta essere anche tra i primi a livello nazionale.
La predisposizione di questo Piano assume ancor più valore se si considera l’assenza di esempi di pianificazione d’area vasta a livello provinciale che potessero essere assunti con valore paradigmatico.
Ne è necessariamente derivata un’impostazione di tipo sperimentale, aggiornata e corretta anche sulla base del dibattito disciplinare che nel frattempo si andava sviluppando nell’ambito dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
Da questo rapporto di feed back con il mondo accademico ed urbanistico è scaturito un prodotto originale, agile nella struttura, nei contenuti e negli indirizzi, che supera il concetto di pianificazione "a cascata" tipico dell’urbanistica figlia della L. 1150/42, per avvicinarsi a modelli di "copianificazione" basati sulla "sussidiarietà cooperativa" tra Enti (ovvero sul "coordinamento equiordinato") sanciti dagli atti istitutivi dell’Unione Europea e ribaditi a livello nazionale dalle recenti leggi "Bassanini".
Cercare di evidenziare le caratteristiche peculiari di un P.T.C. in poche righe risulta un’operazione ardua e complessa al tempo stesso; ci si può allora avvalere di alcuni aggettivi chiave che per il nostro piano, sulla base delle considerazioni sin qui svolte, possono essere i seguenti: strutturale, programmatico, sussidiario, agile.
Con il termine "strutturale" si vuole sottolineare il fatto che l’ambiente con le sue componenti naturali ed antropiche viene individuato come bene da salvaguardare e valorizzare e la tutela dei suoi aspetti peculiari costituisce la precondizione per il rafforzamento e lo sviluppo dei sistemi infrastrutturale ed insediativo.
Il Piano Territoriale di Coordinamento esplica invece la sua componente "programmatica" in relazione agli aspetti insediativo - infrastrutturali, prefigurando i possibili scenari di sviluppo sulla base delle analisi socio - economiche e delle invarianti poste dalla matrice ambientale.
Il Piano è inoltre "sussidiario" nel senso che semplifica ed omogeneizza l’apparato analitico dei Piani Regolatori Comunali, lasciando agli stessi piena potestà nelle scelte localizzative.
La Provincia si pone come soggetto proponente solo per le questioni riconosciute dalla legge di propria competenza, indicando per il resto scenari da gestire mediante la copianificazione.
Il piano è infine "agile", in quanto, pur essendo dotato di un approfondito apparato analitico, le conoscenze maturate sono state schematizzate e rielaborate in tre atlanti tematici che le propongono in forma sintetica e facilmente accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Inoltre quello che negli strumenti urbanistici che potremmo definire "tradizionali" va sotto il nome di normativa, nel P.T.C. si scinde in due elaborati: il primo è "Documento di indirizzi in materia di pianificazione Urbanistica" che fissa i criteri per l’adeguamento dei P.R.G. al P.P.A.R. e per la definizione del progetto urbanistico, ed il secondo è l’elaborato chiamato "Regole e criteri per la copianificazione" che già nella consistenza (solo 14 articoli per complessive 5 pagine) testimonia la concreta volontà di semplificare i rapporti tra i vari Enti titolari di competenze Urbanistiche, stabilendo altresì che l’attuazione avverrà attraverso i P.R.G. comunali, i Piani di Settore e gli accordi di copianificazione.
In conclusione a queste brevi note si vuole sottolineare un ultimo aspetto relativo all’apporto legislativo e pianificatorio oggi esistente nella Regione Marche.
La L.R. 34/94 ed il Regolamento Edilizio Tipo regionale che pur tanti meriti hanno e che debbono essere debitamente riconosciuti, abbisognano di una significativa revisione che li metta al passo con l’evoluzione culturale e normativa in atto.
A corredo del P.T.C. sono allegate due proposte di modifica di detti strumenti (di cui quelle al RET preparate di concerto con i Comuni) che vanno nel senso della semplificazione dell’azione amministrativa, per conferirle sempre migliore efficienza ed efficacia, conferendo ai Comuni piena autonomia nelle scelte.

(da "UrbanisticaQUADERNI 19" - marzo 1999)

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