S.G.C. E/78 Grosseto-Fano


"Aprire la più breve, e la più comoda comunicazione fra i due mari Mediterraneo ed Adriatico nei Stati Pontificio, e Toscano è il voto universale delle popolazioni limitrofe ai due mari medesimi".

E’ l’inizio di una accorata lettera del Gonfaloniere Crescentino Pasqualini agli Eminentissimi e Reverendissimi Cardinali della Congregazione Economica di Roma datata 25 ottobre 1816 per sostenere la necessità di un collegamento che superasse la catena appenninica e quindi unire le popolazioni degli stati Pontificio e Toscano.

Non si può dire che da allora le condizioni di valico degli Appennini siano migliorate di molto.
A livello locale la realizzazione di questa arteria porterebbe benefici inimmaginabili per la diffusa realtà industriale ed artigianale della Provincia di Pesaro, realtà che trova molte difficoltà di collegamento con i suoi naturali interlocutori dell’Umbria e della Toscana.
Il presente progetto preliminare, redatto a seguito delle mutate condizioni urbanistiche, economiche e tecniche succedutesi negli anni, consente, unitamente ai lavori e progetti in via di esecuzione, di attuare finalmente, dopo circa due secoli, il collegamento tra Adriatico e Tirreno.

L’Unione Europea ha classificato la SGC Grosseto–Fano con la sigla E 78 inserendola tra gli itinerari europei est–ovest e la sua validità è stata ribadita recentemente dal Governo Italiano che l’ha inserita tra le priorità della intera rete italiana, al pari della variante di valico della Autostrada A1 o della A3 Salerno–Reggio Calabria.
Concentrando l’attenzione sulla zona di progetto, si può notare come caratteristica comune di tutta la costa adriatica è la presenza di un fascio infrastrutturale costituito dalla SS 16 Adriatica, dalla A14 Bologna–Canosa e dalla ferrovia Adriatica su cui si attestano le infrastrutture viarie trasversali che scendono dal crinale appenninico. Un tipo di rete infrastrutturale così concepito viene definito "a pettine" e non consente collegamenti rapidi né tra le valli né con il resto dell’Italia dovendo superare la catena degli Appennini i cui valichi sono tutti sui mille metri di quota superati con strade malagevoli e inadatte ai grandi mezzi di trasporto moderni.
Attualmente dalla SGC E45 Ravenna–Orte fino alle autostrade abruzzesi non esistono vie trasversali che superino l’Appennino a quote che consentano un agevole transito anche d’inverno; in particolare nella Regione Marche esistono importanti strade (SGC Grosseto-Fano, SS 3 Flaminia, SS 76 Vallesina, SS 77 Valdichienti e SS 4 Salaria) che giungono ai piedi della catena appenninica senza superarla agevolmente. Ciò comporta che il traffico merci è quasi obbligato ad allungare di molto il percorso per evitare la salita ai valichi con aumento dei costi, della usura delle strutture e perdite di tempo. In poche parole nella situazione attuale vi sono enormi diseconomie di gestione che, se razionalizzate, porterebbero certamente benefici sostanziali alla vita della comunità.
Un elemento di grande valore strategico per razionalizzare queste diseconomie è certamente rappresentato dalla possibilità di superare agevolmente la catena appenninica e collegarsi così ai grandi assi infrastrutturali italiani (A1 del Sole e Grande velocità ferroviaria) passando così da una rete "a pettine" ad una rete "a maglia" il cui asse trasversale fondamentale è rappresentato dalla SGC Grosseto-Fano su cui si attestano tutte le altre strade della Provincia di Pesaro e Urbino.

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