Roberto Recanatesi

"Sogno di Pesaro", questo è il titolo della mostra fotografica di Roberto Recanatesi che sarà ospitata presso la Sala  Laurana del Palazzo Ducale in Piazza del Popolo dal 19 al 31 agosto 2009 organizzata con il patrocinio del Comune, della Provincia di Pesaro e Urbino, dell'Assemblea Legislatica e della Giunta Regionale, nonchè della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino e dell'Hotel Alexander Museum Palace.
Definito come “un talento innato per la fotografia” dall’autorevole critico Armando Ginesi, Roberto Recanatesi, nato e residente ad Ancona, laureato in giurisprudenza, fotografa ininterrottamente dal 1987 ed espone con successo dal 1995 soprattutto nei migliori spazi espositivi marchigiani, ma anche fuori regione. A Pesaro si era già prodotto con successo nel 2004 e nel 2005 presso la Piccola Galleria Comunale.

La presente mostra (ufficialmente pubblicizzata, tra l’altro, dal Rossini Opera Festival) è un omaggio visivo alla città di Pesaro, vista attraverso il suo occhio personale, prevalentemente in chiave notturna e sognante, e soprattutto attraverso i volti e le suggestioni dei suoi artisti più rappresentativi, delle arti figurative, della letteratura e dello spettacolo.

La sua produzione, sempre apprezzata per la sicurezza espressiva, il rigore visivo, la raffinatezza stilistica, sovente in chiave poetica e nostalgica, abbraccia svariati settori (a partire dall’amata paesaggistica degli inizi) e si è ormai tramutata in un deciso e pregnante bianco/nero, specie in merito a figure ambientate di suggestivo spessore.

Ricercatore instancabile e solitario, restio alle disquisizioni tecniche e a tutto quanto possa in qualche modo coinvolgerlo nel consueto “giro” ovvero nei luoghi comuni della fotografia, persegue un personalissimo e tenace ritmo interiore, sulla base di remote e mai sopite emozioni legate soprattutto al suo amore per le arti figurative e lo spettacolo in particolare.

Dispone da sempre di una Yashica manuale, con due obiettivi originali da 28 e 50 mm, e di scarsissima attrezzatura aggiuntiva (una normale Canon, anche se tecnicamente più agguerrita, prevalentemente per le doppie esposizioni), usa raramente il cavalletto, non ama (almeno per ora) il mondo digitale e le diapositive, non stampa e non è mai entrato in camera oscura (lo affida ad esperti stampatori, previe opportune indicazioni) e si dichiara un “pigro” e forse un’ ”estraneo” alla fotografia, argomento di cui infatti, almeno per certi lati, non ama troppo discutere. L’essenziale per lui è che gli siano restituiti in immagini lontani sogni e (ir)realizzati desideri.

In ogni caso, ha, almeno per il momento, accantonato quelle iniziali predilezioni coloristiche, con toni di accesa e raffinata pregnanza pittorica, che sono state alla base del suo ingresso nel mondo fotografico e che gli procurarono non poche soddisfazioni prima della definitiva consacrazione al bianco/nero.

La musica, il teatro, il cinema, la letteratura sono le componenti decisive e costanti della sua personalità ed, in generale, fotografare per lui significa riunire in una superiore armonia tutto quanto l’ha profondamente coinvolto sin da bambino.

Tra le sue mostre più significative, costantemente patrocinate da Province, Comuni e altri ragguardevoli enti, non esclusa l’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche: Ancona (Arco Amoroso, Mole Vanvitelliana, Sant’Agostino, Palazzo Camerata, ex Boutique Ratti, Rettorato, Galleria De Angelis, ecc.), Ascoli Piceno (Sala dei Mercatori, Libreria Rinascita), Pesaro (Galleria Comunale, Sala Laurana), Falconara Marittima (Sala Mercato Coperto), Fano (Auditorium Sant’Arcangelo), Fermo (Palazzo dei Priori, Caffè Letterario), Jesi (Palazzo dei Convegni), Porto Recanati (Sala Comunale), Porto Recanati (Castello Svevo, già nel 2002 e nel 2005), Recanati (Atrio Comunale), San Benedetto del Tronto (Palazzina Azzurra), Senigallia (Expo-Ex), … e Numana, Osimo, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Serra de’ Conti, Sirolo, ecc. nonché la Galleria Giovenzana di Milano, la Rocca Paolina di Perugia, il Palazzo del Turismo di Riccione e la Sala degli Archi di Rimini.  Sue opere sono in possesso di collezioni pubbliche e private. Hanno scritto di lui, oltre a Ginesi, Sergio Anselmi, Giancarlo Galeazzi, Lucilla Niccolini, Silvia Cuppini, ecc...

 

 

 

 

Scrive di Lui Silvia Cuppini

L’anima umana, quando si sbarazza del corpo e sogna, è al tempo stesso teatro, attori e pubblico.

Borges, Il libro dei sogni

Una valigetta da fotografo contro la Pesaro dell’urbanistica vacanziera. Roberto Recanatesi ha messo in scena sulla spiaggia d’inverno il suo teatro, che, come dal cilindro di un prestigiatore, si dispiega ad ogni scatto.

 

Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni, e la nostra piccola vita è circondata dal sonno.

Shakespeare, La tempesta, IV, 1

Su quello sfondo di paesaggio come un ricordo, sovrimpresso, compare un volto. L’attrice cara, il sogno dell’adolescenza. La posa è la vera ragione della citazione: fra un istante ti apparirà fra le palpebre socchiuse il palpitar di un languido sguardo.

 

Se la cosa vi parrà strana, credetela pure, ché i sogni fanno vedere meraviglie.

Luciano di Samosata, Il sogno

Di giorno, annidato fra i rami di un frondoso albero o sulla sponda del mare il barbiere di Siviglia si è materializzato in un luogo dove anche l’albero e il mare sembrano opera dello scenografo.

 

E’ dubbio persino quale sia il sogno quale la veglia.

Platone, Teeteto

Di notte la città si riempie di strane figure, sono ombre proiettate dai lampioni, sono le folate improvvise che escono dai vicoli scuri, sono le voci e i suoni che trasudano dai muri delle case, è l’Uomo in nero, senza volto, con cappello e cappotto. Indefinita la stagione, è solo notte.

 

 Il senso di ogni sogno sta nella realizzazione di un desiderio, ossia non vi sono altri sogni oltre i sogni di desiderio.

Freud, L’interpretazione dei sogni

L’arte a differenza del sogno è la tenuta di un desiderio e mai la sua realizzazione. Di questo ne rende testimonianza il lavoro che Recanatesi ha svolto sugli artisti di Pesaro. Lo scultore dialoga con la sua figura, ma a differenza di Pigmalione, sarà sempre l’opera successiva, il futuro progetto che conterrà una parte più forte della vita da catturare.

 

Due, sai bene, sono le porte dei sogni evanescenti: una è di corno, l’altra di avorio. I sogni che vengono fuori attraverso l’avorio, ingannano, portano parole vane. Quelli che vengono fuori attraverso il liscio corno, si avverano, quando qualcuno dei mortali li vede.

Odissea, XIX

Chiedete a Recanatesi dei suoi sogni e certamente vi risponderà che i suoi hanno varcato la soglia della porta di “liscio corno”, perché sono diventati veri nello sguardo di chi li può vedere.

 

Silvia Cuppini

 

 

 

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