Questa pubblicazione permette di assumere informazioni sui siti archeologici della provincia. Sono pronti, reticoli viari, abitazioni private, spazi pubblici che duemila anni fa erano solcati e vissuti dai nostri predecessori. Il tempo da allora li ha ingoiati pian piano sotto alcuni metri di stratificazioni terrose e solo per puro caso o per volenterose passioni sono stati riportati alla luce. E ancora riaffiorano, suscitando sorpresa ed emozioni. Pietre e muri, mosaici ed infrastrutture, manufatti della quotidianità e opere d'arte, rivelano un passato che si trasfigura nel sapore del mito, ma, a volte, non mancano di assumere i connotati di ingombranti presenze.

Infatti è inutile negare che la scoperta archeologica è destinata a provocare profonde suggestioni, ma può rivelarsi anche una scomoda reliquia. Ad ogni modo è destinata a turbare i fragili equilibri che reggono il rapporto presente-passato. Sia frantumando d'un colpo ipotesi culturali consolidate, sia costringendo a ripensare tracciati viari ed edificazioni edilizie. In entrambi i casi questi "pregiudizi" hanno spesso causato una politica archeologica più mirata alla sottovalutazione dei siti, a cui sono poi seguiti investimenti inadeguati. Così sul territorio le tracce del passato appaiono modulate a macchia di leopardo e la loro presenza non sempre esprime a priori una maggiore consistenza in termini archeologici, ma quasi sempre coincide con una minore o maggiore sensibilità di studiosi e di amministratori locali.

L'intento di questa guida è di fornire in primo luogo una visione d'assieme di questo patrimonio; di incoraggiare una conoscenza meno aleatoria; di incanalarne le suggestioni all'interno di azioni di valorizzazioni continuate e adeguate. La Provincia, con l'istituzione di un assessorato che nella sua formulazione nominale contiene esplicitamente la dizione "beni culturali", è pronta a fare la sua parte, non soltanto per quanto riguarda i reperti preromani e romani, ma anche sul versante dell'archeologia medievale e preindustriale. In quest'ultimo caso il riferimento è ai mulini ad acqua, su cui l'ente è impegnato sia nel restauro (vedi il Mulino di Pontevecchio di Colbordolo), che in una esaustiva catalogazione e mappatura dell'esistente.

Il senso di questa operazione (a cui seguirà una guida monografica dedicata ai mosaici) è dunque chiarissimo: lanciare un forte input che impegni l'opinione pubblica e gli enti locali (comuni, unioni intercomunali e comunità montane) a considerare i ritrovamenti archeologici non come frangenti di disturbo, ma come preziosi elementi in grado di innescare un turismo culturale che appare sempre più sostanziale e incisivo nelle strategie attrative del tempo libero.

IL PRESIDENTE Sen. Palmiro Ucchielli

L'ASSESSORE Prof. Paolo Sorcinelli

 

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