Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Nicoletta Giorgetti

“Quella del Furlo è una preziosa Riserva dello Stato”

Elisabetta Cecchini dirigente dell’Ambiente replica all’interrogazione del consigliere Giannotti

PESARO. Trasmettiamo di seguito la risposta di Elisabetta Cecchini, dirigente del Servizio Ambiente della Provincia, all’interrogazione del consigliere di Forza Italia, Roberto Giannotti, sulla Riserva naturale del Furlo, pubblicata di recente sulle Vostre testate.


L’area protetta della Gola del Furlo – spiega la dirigente del Servizio Ambiente – è una Riserva naturale dello Stato istituita con decreto del ministero dell’Ambiente nel febbraio 2001 e interessa prevalentemente territori demaniali all’interno del complesso montuoso del monte Paganuccio e Pietralata, ripartiti dal punto di vista amministrativo su 5 Comuni (Cagli, Fossombrone, Acqualagna, Fermignano ed Urbino) e 3 Comunità montane (Catria e Nerone, Metauro, Alto e Medio Metauro) per una superficie complessiva di 3600 ettari.

Le competenze specifiche di gestione e conservazione dell’area sono state affidate dallo Stato, con lo stesso decreto, all’amministrazione provinciale che, in base agli obiettivi posti dalle misure di salvaguardia specificate all’art.6,  ha operato cercando da subito la più ampia condivisione con i diversi attori interessati alla gestione della riserva. Non solo: nonostante l’esigua e frammentata presenza di residenti (42 nuclei familiari) all’interno dell’area di riserva, abbiamo sempre cercato un coinvolgimento diretto per potenziare iniziative sostenibili e comunque non lesive delle misure di salvaguardia e tutela naturalistica previste.

Mi preme, dunque, far notare al consigliere Giannotti – incalza Elisabetta Cecchini – che l’area in questione non dev’essere sottostimata, ma va considerata nell’alta valenza di una Riserva naturale dello Stato che la Comunità nazionale tutela nella consapevolezza dello straordinario valore geomorfologico, paleontologico, botanico e faunistico che rappresenta per l’Italia e l’Europa intera.

Per quanto concerne invece la Commissione tecnica consultiva, prevista anch’essa dal Decreto e di cui il consigliere parla indebitamente, va ribadito che è stata istituita con atto proprio ed esclusivo del ministero dell’Ambiente il 6 febbraio 2002. Tale Commissione, che ha durata triennale, ha operato fino al 2005 con la massima puntualità e su tutti gli argomenti meritevoli di attenzione tecnica e scientifica. Semmai il ritardo della sua non rinnovata nomina non è da imputarsi alla Provincia, che ha più volte sollecitato il suo rinnovo, ma al ministero dell’Ambiente che dal febbraio 2005 non ha provveduto al proprio ed esclusivo adempimento.

Forse, in tal senso, Giannotti avrebbe fatto bene ad attivarsi per tutto il 2005 e fino al giugno 2006 con l’allora ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli. Giannotti dovrebbe anche verificare, attraverso i nostri uffici, che, mentre tante aree protette in questa regione ne sono ancora prive, la giovane Riserva del Furlo è pronta ad attivare le procedure di consultazione per approvare il Piano di Gestione indispensabile per una seria pianificazione delle attività consentite.

Non sfugga poi al consigliere che l’approvazione e la successiva adozione del Piano in questione sono compiti esclusivi del ministero dell’Ambiente.

Un’ultima considerazione: per permettere a chiunque di ammirare e apprezzare il valore naturalistico della Riserva, la Provincia organizza puntualmente visite guidate. Presto ci sarà, inoltre, l’inaugurazione del “Museo del territorio” al Furlo (opera in fase di realizzazione attraverso i fondi statali Cipe per un importo pari a 416mila euro), quale testimonianza concreta e stabile delle tante iniziative realizzate e intraprese a tutela della Riserva, tra cui le opere di manutenzione delle strade Furlo-Monte Pietralata e Sant’Anna-Ca’ I Fabbri per 180mila euro; percorsi attrezzati per 182mila euro con fondi della Comunità europei; interventi di ripristino ambientale ed idrogeologico sul Monte Pietralata finanziati dal ministero dell’Ambiente per 810mila euro.

 

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