Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

“Panorami di cultura”

Alla scoperta di insolite biblioteche

Sabato 13 dicembre 2003 Panorami di Cultura inizia l’esplorazione di un’altra importantissima parte del patrimonio culturale provinciale: le biblioteche storiche. Luoghi in cui, nel corso dei secoli, sono stati conservati e archiviati codici, incunaboli, testi a stampa e collezioni di grafica. Spesso poco conosciute e non accessibili al pubblico non specializzato (anche per motivi legati al problema della conservazione del materiale cartaceo) le biblioteche sono un esempio di patrimonio “invisibile” per la maggior parte dei cittadini.

 

Gli incontri di questa sezione sono una preziosa opportunità per conoscere questi luoghi affascinanti, condotti da studiosi, esperti del settore e interpreti del significato del patrimonio cartaceo, gli appuntamenti consentiranno di approfondire aspetti e tematiche legate alla storia dei luoghi, e dunque delle città, in cui sono conservati.

 

Verrà proposta una visione insolita che consenta di capire come nelle biblioteche si conservino, al pari di musei o parchi archeologici, documenti di assoluto valore per la ricostruzione della storia politica, sociale e culturale del territorio e la cui lettura e conoscenza offre, oggi come ieri, innumerevoli spunti d’interpretazione e approfondimento.

 

Il primo dei cinque appuntamenti sarà ad Urbania, alla biblioteca del Palazzo Ducale, dove alle 16.30 il prof. Gianfranco Bozzi illustrerà uno dei testi più singolari conservati nella collezione durantina. Si tratta di un manoscritto che fa parte di una serie di sei diari (di cui cinque furono “acquisiti” nel corso del XVII secolo dalle Biblioteche Vaticane) nei quali il buffone Atanasio al servizio della Corte di Urbino, narra le vicende della sua vita. Il lavoro che fu iniziato nel 1539 su esortazione de “l’illustrissimo et eccellentissimo signor Guidobaldo duca d’Urbino”, permette di interpretare e reinterpretare il grande e il piccolo Cinquecento, con gli occhi di un sottoposto, il buffone Atanasio, in virtù del uno stile modesto ma ricco di particolari curiosi, acute osservazioni e dettagliate descrizioni della vita di corte.

 

Al termine dell’incontro agli intervenuti verrà proposto da Slow Food Marche un “Laboratorio del gusto”, una degustazione guidata da Alfredo Palazzetti, fiduciario della Condotta di Pesaro e Montefeltro. Il laboratorio presenterà i prodotti di una azienda agricola del Montefeltro, Ca’ Bianchina, che produce salumi da maiali allevati allo stato semibrado e secondo le regole della biodinamica, nel massimo rispetto dell’ambiente e dell’animale. Non mancherà l’abbinamento ad un vino prodotto nella provinca di Pesaro e Urbino.

 

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LA BIBLIOTECA DI URBANIA

A metà del ‘600 con la donazione del conte Bernardino Ubaldini e del vescovo Honorato degli Honorati si ricostruiva ad Urbania la libreria pubblica sui "resti" della Biblioteca dei Duchi di Urbino che Francesco Maria della Rovere aveva trasferito a Castel Durante (oggi Urbania). Della celebre biblioteca umanistica, iniziata verso la metà del 400 da Federico da Montefeltro non restavano che 400 volumi. Dopo la devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato Pontificio, il Papa Alessandro III aveva infatti portato a Roma una gran parte dell’antica libreria, oggi alla Biblioteca Vaticana e alla Alessandrina.

Nella Biblioteca di Urbania è tuttavia conservato un manoscritto del XVIII secolo compilato dal conventuale minore Giuseppe Maria relativo all’Indice dei libri esistenti nella pubblica Biblioteca in cui tutti i titoli delle opere elencate sono di proprietà ducale.

Nel ‘700 il fondo fu incrementato dal lascito dei conti Matarozzi Brancaleoni e in età napoleonica con l’incameramento del patrimonio librario dei soppressi Ordini Minori. Importanti donazioni si sono avute anche nel ‘900.

La Biblioteca Comunale di Urbania, vanta un prezioso fondo di disegni, oltre 700, provenienti dalla collezione Ubaldini.

Sono qui conservati anche due preziosi globi del cartografo G. Mercatore (Ruppelmonde 1512- Duisborg 1594), che facevano parte della raccolta ducale di Francesco Maria II della Rovere.

 

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