PESARO – ‘Oltre il confine. Un viaggio tra Gaza e Dante’ è il titolo della mostra dell’artista palestinese di fama internazionale Nidaa Badwan, che sarà allestita a Isola del Piano, nella sala consiliare (Piazzetta Asta), da lunedì 21 aprile a martedì 13 maggio (ingresso libero; info: tel 0721.720127). L’inaugurazione alla presenza dell’artista è in programma lunedì 21 aprile, alle ore 18.30. L’esposizione è stata presentata nella sala delle Donne Angelini dal sindaco e presidente della Provincia Giuseppe Paolini, dalla stessa fotografa e performer Nidaa Badwan e dal consigliere comunale di Carpegna e curatore della mostra Francesco Mazzarini. «La ricerca artistica di Nidaa Badwan è profondamente influenzata dall’esperienza di crescita nel territorio palestinese a Deir Al-Balah, nel sud della Striscia di Gaza, nel clima di discriminazione e persecuzione femminile attuate dal regime di Hamas», osservano i curatori. «Per la prima volta a Isola del Piano accogliamo questa grande donna, insieme alle sue opere più significative – evidenzia il sindaco e presidente della Provincia Giuseppe Paolini -. Dopo il ciclo di iniziative dedicate alla ‘Donna rurale’, messe in campo lo scorso anno e collegate alla cultura, per noi è motivo di orgoglio continuare ad ospitare figure al femminile uniche come Nidaa Badwan, che hanno dato tanto alla nostra società con la loro esistenza e attraverso il loro lavoro. Sarà un’occasione preziosa per riflettere sulla sua testimonianza simbolo di cambiamento: un arricchimento artistico ma anche umano per tutta la nostra comunità».
IL PERCORSO - In mostra sarà esposta una selezione dei lavori appartenenti alla serie ‘100 giorni di solitudine’, progetto composto da 25 autoritratti fotografici. La genesi è nota: nel novembre del 2013, l’artista viene arrestata e incarcerata dai miliziani di Hamas per non avere indossato il velo in un luogo pubblico. «Era in un gruppo misto con ragazzi e ragazze e insieme stavano parlando di un progetto culturale – spiega Francesco Mazzarini, consigliere comunale di Carpegna e curatore della mostra-.. Dopo lunghe vicissitudini e dopo avere subìto violenze, Nidaa Badwan viene scarcerata e decide di chiudersi nella sua camera e di non uscire mai più. Quel mondo là fuori, stretto tra la morsa di Israele e di Hamas, non ha nulla a che vedere con lei. Nei primi mesi pensa anche al suicidio. Poi, improvvisamente, un giorno decide di scattare alcune foto e da quel momento trasformerà il suo piccolo ambiente di tre metri per tre in un mondo pieno di arte, colori, musica e bellezza». Resterà chiusa in questo autoesilio per 20 mesi, uscendo solo per accettare l’invito collegato a una mostra in Italia. «Il progetto finisce sui principali media di tutto il mondo, comparendo in prima pagina sul New York Times. Non essendoci praticamente mai la luce elettrica a Gaza, tutte le foto sono scattate aspettando che il primo raggio di sole del mattino colpisse precisamente il punto del muro. In modo da trovare la giusta illuminazione dell’immagine: non è stato fatto lavoro di post produzione». In mostra a Isola del Piano anche i lavori della serie ‘The Game’, progetto composto da tre opere: ‘Paradiso’, ‘Purgatorio’ e ‘Inferno’. «Si tratta di un omaggio alla Divina Commedia e a Dante Alighieri: il trittico è stato esposto al pubblico per la prima volta nel 2021, nel giorno del 700esimo anniversario della morte del sommo poeta. L’artista ha mescolato i mondi della Commedia dell’Arte e della Divina Commedia, portando alla luce simbologie introspettive, oltre che storico-culturali. Sono estremamente grato al presidente Paolini per avere accettato questa collaborazione. E’ un onore riportare nella nostra provincia, dopo tanti anni, una delle mostre più significative nel panorama artistico internazionale», sottolinea Mazzarini. Evidenzia l’artista Nidaa Badwan: «Ringrazio il sindaco e presidente Paolini: ci sono emozioni molto profonde per me dietro questa esposizione, specialmente in queste giornate. Il mio intento è curare me e gli altri attraverso le immagini. L’arte è stata la mia salvezza e la mia voce. Essendo espressione della profondità di pensiero, è rifugio e catarsi al contempo: una terapia che ci permette di sconfessare le atrocità di una vita essenzialmente vocata all’individualismo. Ho cercato di fare arrivare un messaggio in modo pacifico, tramite la bellezza. In questi anni ho girato tutta l’Italia, ma sento che la mia casa è nella provincia di Pesaro e Urbino».