Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Oltre 300 docenti di asili nido e scuole materne all’incontro di “Nati per leggere”

La lettura ad alta voce ai bambini dalla nascita ai 6 anni di età, in particolare se fatta dai genitori, ha importanti ripercussioni per lo sviluppo. Davide Rossi: “La Regione ha drasticamente ridotto i fondi a vantaggio di altri progetti”

PESARO – Oltre 300 docenti di asili nido e scuole materne hanno partecipato ad un incontro formativo al cinema “Loreto” di Pesaro nell’ambito di “Nati per leggere”, il progetto di promozione della lettura ad alta voce ai bambini dalla nascita ai 6 anni di età, che vede la Provincia di Pesaro e Urbino (assessorato Politiche culturali) come ente capofila di un’articolata “rete” di soggetti: Asur Marche Area Vasta 1, Azienda ospedaliera “Ospedali riuniti Marche Nord”, Federazione italiana medici pediatri, 34 Comuni del territorio provinciale con 30 biblioteche, 3 Comunità montane, una Unione dei Comuni ed un Sistema di coordinamento territoriale.

Dopo incontri con bibliotecari, pediatri ed ambiti sanitari, l’appuntamento con gli operatori dei servizi educativi, a cui ha partecipato l’assessore provinciale alla Cultura Davide Rossi, è stato organizzato dalla “Rete dei servizi bibliotecari di Pesaro e Urbino” (moderatore il coordinatore provinciale Andrea Bianchini) con l’obiettivo di stimolare gli insegnanti del territorio a diffondere sempre più tra i genitori l’abitudine di leggere libri ad alta voce ai propri figli. Come spiegato da Federica Virgilli della Rete Servizi bibliotecari di Pesaro e Urbino, dal medico pediatra Laura Olimpi (referente Associazione culturale Pediatri Marche) e dalla psicologa e psicoterapeuta Manuela Arenella, la lettura ad alta voce è stata riconosciuta dal Ministero della Salute tra le 8 azioni (insieme all’allattamento al seno, al non bere alcolici in gravidanza e allattamento, al non fumare in gravidanza e davanti al bambino, al mettere il piccolo a dormire a pancia in su ecc.) in grado di prevenire rischi ed offrire al bambino un “capitale” per il futuro. Essa agisce infatti sul linguaggio, stimola importanti aree del cervello e consente di acquisire quelle conoscenze che saranno poi utili al momento della lettura.

Concetti ribaditi anche dalla docente e formatrice del progetto “Nati per leggere” Flavia Manente e dalla bibliotecaria e referente di “Nati per leggere” dell’associazione Italiana Biblioteche Valeria Patregnani, che hanno sottolineato l’importanza della relazione che la lettura ad alta voce crea tra genitori e bambini, tra mondo degli adulti e quello dell’infanzia che si conoscono e si ascoltano al di là della frenesia che la vita quotidiana spesso ci impone. Gli insegnanti possono dunque avvicinare i genitori a quei servizi, come le biblioteche, che a volte non si frequentano, orientare le famiglie nella scelta dei testi, far comprendere l’importanza della narrazione per stimolare il bambino ed aiutarlo a costruire il proprio “io” e a vivere le proprie emozioni. Un aspetto su cui si è soffermata anche l’attrice Alessia Canducci, che ha formato oltre 150 lettori volontari del progetto Nati per leggere. “I libri più importanti - ha detto - non sono quelli che danno risposte, ma quelli che aprono domande nei bambini. Nati per leggere ha un coordinamento nazionale che filtra e sceglie i libri di qualità, offrendo indicazioni preziose a insegnanti e genitori”.

Un patrimonio, quello costruito in questi anni dalla Provincia, che rischia di essere notevolmente ridimensionato o addirittura di scomparire. “La Regione Marche – ha detto l’assessore Davide Rossi – ha drasticamente tagliato i finanziamenti alle attività culturali di tipo tradizionale, tra cui rientra ‘Nati per leggere’, a vantaggio di progetti dove la cultura è considerata per la sua valenza imprenditoriale. Sono a rischio tutta una serie di progetti: non possiamo permettere che le reti faticosamente costruite vadano smantellate. Sarebbe un’ipocrisia parlare di cultura come motore dello sviluppo dei territori e poi, nei fatti, togliere fondi ad attività importanti per la crescita dei bambini e dei ragazzi”.

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