Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Lettera aperta a Luca Bartolucci, assessore del Comune di Pesaro

Continua il botta e risposta tra Paolo Sorcinelli e Luca Bartolucci sulla ripartizione dei finanziamenti regionali...

Pesaro è una città di grande vivacità culturale. Nessuno lo nega. Il Gad, il Rof, la Mostra internazionale del nuovo cinema, la Fondazione Rossini e il Conservatorio musicale, l'Ente concerti e decine di altre associazioni….. Ma è anche vero che la Provincia ha avuto e ha un'attenzione verso questa "vivacità" che si sostanzia con voci del bilancio ordinario e con interventi "in corso d'opera" sempre puntuali e presenti. Il sostegno all'archeologia, la Mostra Nini, la mostra Piattella, l'acquisto delle lettere di Rossini, il Rof a Villa Caprile sono soltanto alcuni esempi recenti di cui evidentemente Bartolucci non si è accorto. Ma ne potrei fare altri anche se non è questo il problema. Il problema è un altro: quello di un ente (la Provincia) che deve avere una visione d'insieme dell'intero territorio provinciale. Con i suoi 67 Comuni, le sei Comunità montane, le centinaia di associazioni culturali, le sessanta biblioteche e gli altrettanti musei, un'università e le sue legittime richieste di sostegno. In questo quadro bisogna individuare quali sono le esigenze più pressanti e quali le strategie complessive da adottare senza cedere alle pressioni di chi vorrebbe dividere la provincia in soggetti privilegiati "per grazia ricevuta" e in "figli di un dio minore". Se poi a Pesaro esiste un "problema teatro", come asserisce Bartolucci, questo non può essere fatto ricadere sui "mancati" interventi finanziari della Provincia. Il problema teatro può esistere invece in quei centri in cui – senza l'apporto della Provincia e della Regione – la programmazione teatrale non potrebbe reggersi, vanificando di fatto gli sforzi economici pubblici profusi in restauri e interventi strutturali e privando quelle comunità di una forte occasione di crescita. Così come esiste un problema di strutture bibliotecarie o museali laddove le condizioni oggettive di piccolo e medio Comune e le condizioni strutturali e sovrastrutturali non permettono un loro impianto e funzionamento in maniera autonoma. Le principali città della provincia (Pesaro compresa) avranno altri problemi, che non sono certamente quelli di Cantiano, Monteporzio o Piandimeleto. Ed è su queste realtà che "politicamente" la Provincia ha deciso, da quattro anni a questa parte, di intervenire in maniera organica. Perché contribuire ad aprire una biblioteca o un museo, impiantare uno spazio culturale e farlo funzionare significa operare un grande investimento sotto il profilo di una politica che, soprattutto in tempi di vacche magre, deve essere rivolta al riequilibrio territoriale e a un'attenta disanima dei criteri di sussidiarietà che hanno lo scopo di colmare le carenze più macroscopiche fra comunità e comunità. Per la Provincia la Casa museo di Casteldelci deve rivestire lo stesso valore dei Musei civici di Pesaro. È assurdo e antistorico allora contrapporre artificiosamente il "grande" al "piccolo", l' "eccellenza" alla "mediocritas". In realtà si tratta di far convivere e interagire fra loro, e in maniera armonica e integrata, le diverse specificità culturali. Il perseguimento di questa strategia mira a creare valide opportunità culturali nei "cento borghi della provincia" e dunque non può basarsi unicamente sul numero degli abitanti o sui prerequisiti storici dei first comers. Deve invece tener conto del diritto di ciascuno - in qualunque posto esso viva - di poter fruire di una rete di servizi. Culturali, sociali, scolastici, sanitari, infrastrutturali. Non essere consapevoli di questo porta inevitabilmente a strumentalizzazioni di parte, a polemiche fuori luogo, a contrapposizioni sterili. Insomma a una visione politica ripiegata sul proprio orticello. Non credo sia questo lo spirito giusto per nessuno e tanto meno per un assessore alla cultura di una città come Pesaro che dalla sua ha enormi potenzialità e allettanti proposte. Le ho ricordate all'inizio, ma posso aggiungere, a titolo d'esempio, la mostra su Terenzio Mamiani che l'Ente Olivieri da anni sta perseguendo e che in questo frangente potrebbe innervare ancora di più la vivacità e l'immagine delle attività culturali pesaresi.

 

Paolo Sorcinelli

Assessore ai beni e alle attività culturali-editoria

della Provincia di Pesaro e Urbino

 

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