Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: g.r.

Lavoro, Tiziano Treu interviene ad Urbino al convegno della Provincia

La nuova legge regionale è stata definita dall’ex ministro del lavoro “una legge pilota che tenta di superare i limiti della legislazione nazionale”

URBINO – Si è complimentato con la Regione Marche “per aver messo a punto una legge pilota, che tenta di superare i limiti della normativa nazionale attraverso misure a sostegno dell’occupazione e a supporto dell’attività di impresa, soprattutto nei momenti di crisi”. L’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, componente della Commissione Lavoro del Senato, è intervenuto ad Urbino al convegno su “Le Marche e il lavoro: una legge regionale per la buona occupazione”, promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con la Regione Marche. Si è trattato di un primo momento di confronto sulla legge che la Regione Marche, prima in Italia, si è data in materia di lavoro (legge n.2 del 19 gennaio 2005 "Norme regionali per l'occupazione, la tutela e la qualità del lavoro"). Obiettivo centrale della normativa, che si compone di 38 articoli, è quello di far sì che la flessibilità prevista dalla cosidetta "legge Biagi" (legge 30 del 2003) non si traduca in precarietà. Nell’aprire l’incontro, il presidente Palmiro Ucchielli e l’assessore alla Formazione e Lavoro della Provincia Massimo Galuzzi, hanno rivolto apprezzamenti all’assessore alla Formazione e Lavoro della Regione Ugo Ascoli per l’attenzione che la normativa rivolge alle fasce deboli del mercato del lavoro. La legge vede infatti tra i punti principali la concessione di incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato soggetti a rischio di esclusione sociale e svantaggiati, tra cui donne e disoccupati con più di 50 anni di età, invalidi che non raggiungono i requisiti di disabilità previsti dalla legge 68/99, ex carcerati ed ex tossicodipendenti. Molto apprezzata anche un’altra misura, cioè la possibilità per la Regione di prevedere un sostegno al reddito per quelle persone, prive di ammortizzatori sociali, che vorranno prendere parte a progetti di inserimento lavorativo (corsi di formazione e quant’altro possa accrescere le loro possibilità di trovare occupazione). La legge regola anche l’emersione del lavoro irregolare, la responsabilità sociale d’impresa, la promozione delle politiche attive del lavoro. “La legge – ha spiegato l’assessore Ugo Ascoli – è il frutto di un anno e mezzo di lavoro e di concertazione con le parti sociali. Abbiamo rimesso al centro dell’attenzione la ‘regia’ pubblica dei servizi per l’impiego, senza con questo togliere nulla ai privati, che saranno accreditati dalla Regione: dovranno però avere elevati standard di qualità, del resto anche i nostri Centri devono essere accreditati. Per quanto riguarda le Università, esse potranno fare attività di intermediazione solo per i proprio laureati, così come le scuole superiori potranno farlo solo per i loro diplomati. Un ruolo importante verrà assunto dall’orientamento e dalla formazione professionale, sempre più necessari in un mercato del lavoro in continua evoluzione”. La seconda parte della legge delinea alcune politiche di intervento (cosiddette “politiche attive del lavoro”) per favorire l’inserimento lavorativo. “In Italia si è spesso intervenuti con politiche passive, come la cassa integrazione o i sussidi di disoccupazione, noi – ha detto ancora Ascoli – vogliamo fare il possibile per prevenire la crisi e la disoccupazione”. All’incontro sono intervenuti anche l’avvocato Debora Luzi ed i docenti universitari di Diritto del Lavoro Antonio Di Stasi e Maurizio Cinelli, che si sono addentrati nei vari aspetti della nuova legge regionale.

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