“Il lavoro al femminile” è il titolo di un documento elaborato dalla Provincia di Pesaro e Urbino (assessorato Formazione e Lavoro) per presentare i dati sull’occupazione e disoccupazione femminile nel territorio provinciale e soprattutto per illustrare una serie di azioni messe in campo dalla Provincia per facilitare l’inserimento lavorativo delle donne.
Come evidenziato nel documento, presentato il 22 maggio alla Commissione provinciale del lavoro, nel 2006 il tasso di occupazione femminile nel territorio provinciale è stato del 56% (contro il dato regionale del 53,8% e nazionale del 46,3%), mentre il tasso di disoccupazione, che nel 2004 era del 7,7% e nel 2005 del 4,8%, è sceso nel 2006 al 4,2% (contro il 6,4% del tasso regionale e l’8,8% nazionale).
Nel 2006 le assunzioni di donne hanno raggiunto quota 18mila (46,3% del totale), così come è salito il numero di quelle entrate al lavoro con un contratto part-time 34% (modalità che coinvolge gli uomini solo per un 10%). Delle 18mila nuove assunte, tremila (il 14%) sono straniere.
Riguardo al tessuto produttivo del territorio, su 39mila imprese, ben 8.800 sono “al femminile”, mentre il numero di imprenditrici donne è di 18.600. C’è ancora però troppa discriminazione dal punto di vista della carriera a livello direttivo.
Le donne partecipano più degli uomini ad attività formative volte ad arricchire la propria conoscenza ed esperienza: nel 2006 i corsi di formazione hanno visto una presenza femminile del 61%. Anche le borse lavoro ed i tirocini all’interno delle imprese hanno fatto registrare una prevalenza femminile (rispettivamente 73% e 68%). Quanto alle donne disoccupate, il 37% ha frequentato soltanto la scuola dell’obbligo, il 29% ha un diploma di scuola superiore ed il 12% una laurea. Nelle liste di mobilità, le donne sono presenti in maggior numero rispetto agli uomini (1898 contro 1515).
A favore del lavoro femminile la Provincia ha messo in campo vari progetti: il “Progetto Pari” (sostegno al reddito e incentivi per donne in reinserimento lavorativo, di età uguale o superiore ai 30 anni), le azioni di conciliazione tra lavoro e vita familiare (con voucher destinati alle donne per l’assistenza di familiari minori o anziani, incentivi per la nascita di servizi di pubblico interesse ed il miglioramento della loro fruibilità, incentivi per favorire la flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro), servizi per l’infanzia (“Baby Club” a Pesaro e “L’isola che non c’è” a Fano), partecipazione al progetto comunitario “Essential” (orientamento e formazione delle badanti immigrate), progetto “Perle solite ignote” (bando di concorso per l’assegnazione di un premio nell’ambito del design), portale telematico sul lavoro, “Portale donne”.