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Origine: Informazione e stampa - Autore: Ufficio Stampa

L’assessore alle Pari opportunità Daniela Ciaroni interviene dopo la sentenza della Corte di Cassazione sullo stupro di gruppo

"Un ulteriore passo indietro nel difficile percorso che lo Stato italiano deve compiere per una completa affermazione dei diritti delle donne"

di Daniela Ciaroni *

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione di ieri, che rende non più obbligatoria la detenzione in carcere per chi ha commesso uno stupro di gruppo, dobbiamo ancora una volta percorrere un ulteriore passo indietro nel difficile percorso che lo Stato italiano deve compiere per una completa affermazione dei diritti delle donne. Se consideriamo che, in una società come la nostra dove l’approccio familistico e la mancanza di volontà politica per una riforma di genere che ponga al centro le esigenze delle donne vittime di violenza (come richiesto dall’Europa e dalla CEDAW, Commissione internazionale contro le discriminazioni di genere) non ha ancora permesso la necessaria armonizzazione di norme civilistiche e penali, soprattutto in materia di protezione della donna vittima di violenza e delle situazioni connesse, la sentenza appare notevolmente più grave perché mette in discussione una delle poche conquiste già acquisite.
Conosciamo infatti tutti molto bene le difficoltà che le donne affrontano nel denunciare le violenze subite, sottoponendosi troppo spesso a denigrazioni ed umiliazioni, che non fanno che aumentare la sensazione di impotenza e la frustrazione nel verificare poi che troppo spesso gli autori risultano impuniti. La caratteristica principale del fenomeno della “violenza di genere” è infatti la presenza di una realtà sommersa, dovuta proprio alla difficoltà delle donne di denunciare, che riconosce diverse cause tra cui in via prioritaria la paura di andare incontro a situazioni che possano mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella dei propri figli e la sensazione di impotenza rispetto alla possibilità di trovare risposte efficaci. Per questo è stato istituito il Centro antiviolenza provinciale, un luogo fisico dove le vittime di violenza possono trovare ascolto ed aiuto concreto per iniziare un percorso di uscita dalla loro situazione, ma anche un servizio per tutto il territorio provinciale che collabora con la rete degli altri servizi territoriali.
Ed il numero delle donne che si sono rivolte al centro dal 2009 (anno di apertura) ad oggi dimostra che, anche nella nostra realtà di provincia, non siamo immuni dal fenomeno della violenza di genere, ed i recenti gravi episodi portati alla ribalta dalle cronache confermano quello che sono i dati statistici che caratterizzano la violenza di genere come un fenomeno trasversale che interessa tutti le classi sociali senza distinzione di razza, religione o status economico e culturale, e che vede una donna su tre vittima di almeno un episodio di violenza durante la propria vita. Sono questi i dati che devono far riflettere e porre all’attenzione di tutte le istituzioni, una volta per tutte, che chi commette  violenza sulle donne commette un REATO e la responsabilità del reato ricade su chi esercita la violenza e non su chi la subisce”.

* Assessore Pari Opportunità Provincia Pesaro e Urbino

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