Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Nicoletta Giorgetti

L’appello di Diamanti: «Fateli crescere»

Il corrosivo intervento del sociologo veneto chiude il Meeting internazionale dei giovani

URBINO. È un invito forte e chiaro alle istituzioni, così come alle famiglie, quello rivolto questa mattina da Ilvo Diamanti, pro rettore e docente di Scienza politica all’Università di Urbino, giornalista e studioso di fama internazionale, nella giornata di chiusura del terzo Meeting internazionale dei giovani, organizzato  e promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino.

“Perché i giovani siano davvero giovani e possano rappresentare il futuro della società, fateli crescere – ha sentenziato il professor Diamanti, nell’Aula Magna dell’ateneo, davanti ad una platea di giovani e ad una rappresentanza di amministratori locali – fateli lavorare, mandateli fuori di casa: solo così, incentivandoli, cioè, a quel cambiamento che costituisce la loro stessa fisiologica ragion d’essere, potranno evolvere e costruire un futuro per sé stessi e per la società”.

Chiamato a riflettere sui giovani e sulle proposte lanciate nei quattro giorni del Meeting urbinate, Ilvo Diamanti ha tracciato un quadro a tratti spietato della realtà giovanile in Italia: “La verità è che nel nostro Paese i giovani, intesi come generazione, non ci sono più. Il perché? Perché non invecchia più nessuno, sono tutti giovani, non esiste più il conflitto generazionale, i giovani sono complici dei loro genitori e ai vertici della società, delle istituzioni, della vita politica e sociale ci sono gli ottantenni”.

Da una parte la cruda analisi, dall’altra i suggerimenti. “Bisogna incentivare la crescita di questi ragazzi che rappresentano il futuro, aiutare il rinnovamento sociale e generazionale, partendo dal lavoro, dalla partecipazione alla vita politica e ai ruoli sociali. Non ha senso una gioventù recintata che può essere libera solo su permesso, che sia quello dei padri e delle madri o quello delle istituzioni. Tutto questo è l’assurdo prodotto, da vent’anni a questa parte, dell’eterna giovinezza artefatta che tutti sembrano inseguire”.

Riflessioni dure a cui hanno fatto eco le parole dell’altro esperto invitato a confrontarsi con i giovani del Meeting, Alessandro Cavalli, docente di Sociologia all’Università di Pavia e ricercatore dello Iard, l’istituto che si occupa, per antonomasia, di studiare e fotografare la realtà giovanile in Italia.

“Credo sia mancata, nel nostro Paese, – ha esordito Cavalli, allineandosi immediatamente sulle stesse posizioni di Diamanti, – una classe dirigente e delle politiche che pensassero in maniera forte e concreta ai giovani. Giovani che vanno sostenuti e aiutati, certo, ma anche pungolati, stimolati. Se qualcuno cade a terra, è chiaro e giusti che ci si abbassi per aiutarlo a rialzarsi, ma è altrettanto doveroso per istituzioni e genitori confrontarsi seriamente con i ragazzi, senza lesinare qualche sana critica”.

D’accordo con gli “esperti dei giovani”, anche il presidente della Provincia, Palmiro Ucchielli, che ha avuto il compito di sigillare questa terza edizione del Meeting. E da Urbino Ucchielli rilancia la sfida, sia rispondendo a Diamanti e Cavalli, sia rivolgendosi ai colleghi delle amministrazioni locali e, naturalmente a loro, i protagonisti. Cioè i ragazzi. “La classe politica e gli amministratori pubblici considerano i giovani come risorsa strategica – ha detto Ucchielli – e, da parte mia, vorrei andare oltre questa idea, invitando i giovani ad essere parte integrante delle istituzioni, ad essere protagonisti. Vogliamo costruire insieme una nuova classe dirigente. Per questo il prossimo anno, ad Urbino, la quarta edizione del Meeting favorirà ancor più il ping pong tra giovani, politica e istituzioni”.

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