Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Intitolato a Padre Pino Puglisi il Campus scolastico dell’Itis di Urbino

A scoprire la targa, il magistrato Piergiorgio Morosini, Gip di Palermo, e l’assessore provinciale alla Pubblica istruzione Alessia Morani

URBINO – Sono stati il magistrato Piergiorgio Morosini, Gip di Palermo, e l’assessore provinciale alla Pubblica istruzione Alessia Morani a scoprire, davanti a studenti,  insegnanti ed autorità, la targa con cui è stato intitolato a Padre Pino Puglisi, vittima della mafia, il Campus scolastico dell’Itis “Mattei” di Urbino. L’iniziativa rientra nel progetto “Il Luogo la Memoria l’Esempio”, portato avanti dalla Provincia insieme ad istituti scolastici superiori, Associazione Nazionale Magistrati, istituzioni e associazioni, che hanno creato una “rete” sui temi della legalità e responsabilità, lavorando con i giovani attorno alle grandi tematiche socio-culturali-etiche. Presenti alla cerimonia, il dirigente scolastico del “Mattei” Silvia Gelardi, l’assessore ai Servizi educativi del Comune di Urbino Gianluca Marcucci ed i sostituti procuratori presso il Tribunale di Urbino Simonetta Catani e Irene Lilliu, che nel corso dell’anno hanno tenuto incontri nelle scuole.

“Il percorso che abbiamo avviato – ha detto l’assessore Alessia Morani – si compone di tre elementi: il luogo, vale a dire un luogo pubblico intitolato ad un grande italiano, la memoria, che è importante per non smarrire l’opera di chi combatte contro prevaricazione e violenza, e l’esempio, perché oggi i ragazzi hanno bisogno di buoni esempi. E questi esempi non devono venire solo da quanti non ci sono più, ma anche da coloro che operano quotidianamente e possono diventare i nostri fari, come il magistrato Piergiorgio Morosini”.

Il Gip di Palermo, prima di partecipare alla cerimonia di Urbino, ha anche incontrato, insieme al pubblico Ministero della Procura di Pesaro Sante Bascucci, i 127 studenti del liceo scientifico e musicale “G.Marconi” di Pesaro, riuniti in aula magna insieme ad una rappresentanza di alunni dell’Agrario "Cecchi”, del Tecnico Geometri "Genga” e del  "Bramante”. Ai giovani ha parlato della sua attività e della lotta alla mafia, essendo stato  titolare di numerosi processi a “Cosa Nostra” ed avendo distribuito oltre 400 anni di carcere ai boss mafiosi, sequestrando quote societarie per circa 100 milioni di euro.

torna all'inizio del contenuto