Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b

Idolino, che passione

Le quattro copie della statua dell’efebico portatore dei lampade, l’originale alla mostra di Pergola

Protagonista assoluto della mostra archeologica di Pergola, l’Idolino di Casa Barignani, rientrato in terre pesaresi dopo circa 500 anni, moltiplica la sua immagine diventando una sorta di oggetto cult. In questi giorni, nella sola Pesaro, ce ne sono addirittura quattro copie. Due fanno ormai parte del patrimonio artistico della città: da una parte la copia dei Musei Oliveriani che assolve con diligenza i suoi compiti didattici per scolaresche e visitatori, dall’altra il giovinetto portatore di lampade che da tempo fa bella mostra all’ingresso della sala del consiglio comunale, discreto custode delle diatribe politiche e amministrative. E poi le nuove entrate. Un terzo efebo di ispirazione greco-romana è spuntato di recente nella sala mostre che il Conte Marcucci Pinoli (Nanni di Valfesina) ha allestito lungo la “montatina” del Nuovo Fiore, nei pressi di Casa Barignani, per ricordare il luogo originario del ritrovamento della statua in epoca rinascimentale (1530).

Per finire l’Idolino numero quattro, che troneggia al Palazzo del Turismo di via Rossini. È una copia che la Sovrintendenza delle Marche ha prestato alla Provincia per creare una sorta di pendant con l’originale di epoca augustea esposto a Pergola e, al tempo stesso, dare vita a una singolare forma di pubblicità: questa che vedete - recita più o meno così il cartello accanto alla statua - è una copia dell’Idolino, per l’originale dovete andare a visitare la mostra “Bronzi e marmi della Flaminia - Sculture romane a confronto”, aperta fino al 3 novembre.

E anche grazie a questo spot, i visitatori non sono certo mancati all’evento espositivo realizzato dall’assessorato ai Beni e alle Attività culturali - Editoria della Provincia. Nel primo mese di apertura, dal 15 giugno al 15 luglio, sono stati strappati 1.600 biglietti (una media di 60-70 visite al giorno). E con l’arrivo dei turisti di agosto e la riapertura delle scuole a settembre si annunciano “botteghini” ancora più affollati.

L’itinerario, allestito al Museo dei Bronzi dorati, ospita trentadue capolavori dell’arte classica in rapporto dialettico con i “padroni di casa”, i misteriosi cavalieri di Cartoceto, offrendo al visitatore un ventaglio ampio e variegato del patrimonio archeologico della romanità conservato nelle province del centro Italia.

 

 

 

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