Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Assessore Renzo Savelli

I clandestini e la cooperazione decentrata

Intervento dell'Assessore alla Cooperazione decentrata Renzo Savelli

“Il dramma degli sbarchi dei clandestini, con la tragica scia di morti affogati e dispersi – molti sono bambini -, non accenna a diminuire. Fra di loro ci sono fuggiaschi che chiedono asilo politico e altri che fuggono per mancanza di prospettive future nel proprio Paese.

Le organizzazioni criminali, sfruttando brutalmente questo dramma, si arricchiscono e con loro la polizia corrotta dei paesi di provenienza. Come si può bloccare questa tragica catena di sfruttamento e di morti? Sta crescendo la consapevolezza che per evitare questa situazione sia necessario costruire nei paesi di partenza le condizioni per potervi restare e per costruire laggiù il proprio futuro. La cooperazione decentrata, quella cioè portata avanti dagli enti locali, sta dando in questa direzione un contributo prezioso, anche se le risorse su cui può contare sono di solito modeste.

Al contrario di tanti macroprogetti portati avanti nel recente passato dalla cooperazione internazionale, anche quella italiana, spesso con risultati negativi, i microprogetti realizzati hanno dimostrato la loro efficacia nel cambiare in modo positivo e durevole la vita in tanti villaggi.

Questo è ciò che ha potuto constatare l’assessore provinciale Renzo Savelli in un suo recente viaggio con una delegazione dell’associazione RE.CO.SOL. (Rete dei Comuni Solidali), che si è recata in Niger, e precisamente a Zinder, seconda città del paese, a 870 Km. ad est della capitale.

La Provincia di Pesaro e Urbino aveva co-finanziato alcuni micro-progetti indirizzati sia nel capoluogo, sia nei villaggi della “brousse” (la savana del Sahel). Eccone un sintetico resoconto.

Nel villaggio di Mandara solo 13 ragazzi su 120 frequentavano le elementari nel 2004 perché la maggior parte andava a prendere l’acqua in pozzi situati a quasi 5 km. di distanza.

Il regalo di tre “charrettes bovines” (carrette trainate da buoi), concordato coi genitori, ha permesso di aumentare la scolarizzazione e di avere adesso 108 scolari distribuiti in tre aule; la più vecchia risistemata da RE.CO.SOL., la seconda realizzata dallo stato e la terza costruita dagli abitanti in materiali vegetali (“en paillotte”).

Grazie alla Cina, che con un acquedotto di 25 Km. ha portato in abbondanza l’acqua a Zinder, è stata realizzata una derivazione che attraversa due villaggi e giunge a Mandara. Dovunque sono nati appositi comitati di gestione. Le tre carrette sono state regalate al vicino villaggio di Karagoua, che sta aumentando il numero degli scolari frequentanti le elementari. Poiché parte delle entrate delle bollette dell’acqua vengono gestite direttamente dal villaggio, sono stati piantati parecchi alberi intorno alla scuola, ai bambini bisognosi sono stati distribuiti quaderni, penne, matite ecc. e altri interventi sono in via di definizione. L’installazione di un mulino a nafta, anch’esso controllato da un apposito comitato di gestione, ha liberato le donne di Mandara e dei dintorni dalla fatica di macinare il miglio dentro i grandi mortai di legno e grazie ai proventi è partita anche l’attività di microcredito che ha permesso ad alcune donne di acquistare una capra, migliorando così l’alimentazione della famiglia e permettendo l’afflusso di denaro (vendita formaggi e capretti).

Il silos di villaggio, sotto controllo dell’apposito comitato di gestione, incrementa, rinnovandolo, il proprio stock di cereali (miglio, sorgo, riso) per garantire la vendita quando i prezzi di mercato sono troppo alti per le famiglie povere del villaggio.

In tempi ravvicinati, con un micro-progetto verrà portata l’acqua anche a Karagoua con il lavoro volontario (lo scavo per i tubi) degli uomini del villaggio. Un altro micro-progetto prevede il potenziamento delle attività di micro-credito femminile in altri villaggi dei dintorni mentre a Mandara nascerà una “Mutuelle” (società di mutuo soccorso). A Zinder abbiamo visto le tre aule “en banko” (mattoni) di una scuola elementare costruite dai genitori del “Co.gé.s.” (Comitato di gestione scolastica) mentre il tetto è stato realizzato col contributo della nostra Provincia, come testimonia l’apposito cartello. Durante la visita ad una scuola media di oltre 1.600 allievi non ancora dotata di acqua potabile, abbiamo contribuito a far subito installare una fontana nel cortile migliorando la situazione igienica.

Anche le Ong si stanno muovendo spesso nelle direzioni dei micro-progetti o di medi progetti. L’importante è non sprecare le risorse, utilizzare al meglio le sinergie anche con le Ong locali e realizzare interventi durevoli e davvero in grado di migliorare significativamente le condizioni esistenziali delle popolazioni e le loro capacità di autogoverno”.

 

 

                                                                         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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