Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Emergenza idrica, Ricci: «Teniamo alta la guardia, pozzo del Burano chiuso subito dopo le piogge»

Dal vertice del comitato protezione civile il provvedimento a ‘meteorologeria’ «Salvaguardate le riserve d’acqua grazie alle misure dei giorni scorsi»

PESARO – Matteo Ricci chiuderà il pozzo del Burano subito dopo le piogge delle prossime ore. Prorogata, dunque, l’apertura. Ma l’ordinanza e le altre disposizioni avranno una scadenza imminente, a ‘meteorologeria’. Legata alla perturbazione, che si annuncia copiosa. «La situazione – comunica il presidente al termine del vertice del comitato di protezione civile, allargato ad Aato, Marche Multiservizi e Aset – sarà costantemente valutata ogni giorno. Non appena le precipitazioni previste nelle prossime ore saranno considerate sufficienti, il provvedimento sarà revocato». AL più tardi il comitato si riunirà venerdì prossimo.
La decisione. Scelta dall’organismo, quindi, la verifica in itinere. Difficile infatti estrapolare certezze dalle previsioni sull’esito effettivo delle precipitazioni, che dovrebbero andare avanti almeno sette giorni. Ma teoricamente, «se la pioggia scenderà come indicato dai meteorologi, dal giro di boa della prossima settimana in poi saremo più tranquilli». 
Riserve salvaguardate. Ricci chiaro su un concetto: «Abbiamo cominciato a valutare gli interventi d’emergenza con gli invasi all’80-90 per cento. Senza i provvedimenti presi nei giorni scorsi, a consumi standard, saremmo di fatto senza acqua, con l’acquedotto a secco. Con le misure di carattere straordinario, abbiamo stabilizzato la portata dei 3 invasi (Furlo, San Lazzaro, Tavernelle, ndr), mantenendoli a 500mila metri cubi. Che corrispondono al 40-45 per cento della disponibilità complessiva, a regime ottimale».
Burano ultima ratio. Apertura del Burano, dunque, inevitabile. «Ma è stata solo la misura finale, l’ultima ratio», continua il presidente. E ricorda gli altri interventi adottati in parallelo, «che hanno permesso di garantire il rifornimento idrico agli acquedotti». Tra cui «i provvedimenti precauzionali generali, le ordinanze dei sindaci sulla diminuzione dei consumi; la diminuzione dei prelievi di Aset e Marche Multiservizi (da 600 litri al secondo a 540, ndr) e del deflusso minimo vitale; l’ordinanza di divieto di ogni prelievo, ai fini industriali e irrigui, su tutti i corsi d’acqua della provincia».
Il piano strutturale e la strategia futura. «Le frequenti crisi idriche degli ultimi anni dimostrano che il clima è cambiato e servono scelte strutturali». Al di là dell’emergenza, per salvaguardare la risorsa idrica «la Provincia si sta muovendo su più fronti – continua Ricci -. In primis, stiamo predisponendo la pulizia degli invasi. Il prossimo anno è già in programma l’intervento per San Lazzaro, che riguarderà 200mila metri cubi, in collaborazione con l’Enel». Su questo punto, è pronto il  progetto dell’amministrazione provinciale. Proprio ieri, l’assessore Tarcisio Porto e il dirigente Stefano Gattoni, con l’apporto dei tecnici,  hanno effettuato sul posto 50 sondaggi per «caratterizzare le tipologie dei materiali», insieme ai rilievi topografici di dettaglio. Precisazioni indispensabili per procedere ai lavori. E anche una mossa per fare avanzare l’intervento su San Lazzaro in termini ancora più decisi. A partire dal budget disponibile per San Lazzaro  (circa 2 milioni di euro), dagli uffici provinciali non escludono che rimangano poi anche le risorse finanziarie per agire su Tavernelle, «considerata la grande quantità di ghiaia nell’invaso di San Lazzaro». E il valore economico del materiale.
Non solo pulizia degli invasi, che consentirebbe di recuperare centinaia di migliaia di metri cubi d’acqua, raddoppiando la disponibilità nell’emergenza. Ricci fa il punto anche sul resto: «Guardiamo in prospettiva ai pozzi di Sant’Anna del Furlo e di San Lazzaro, che potrebbero rilevarsi importanti. Vogliamo approfondire le valutazioni sulle loro portate, perché potrebbero darci una quota rilevante del nostro fabbisogno. Sono pozzi profondi, meno condizionati dalla situazione meteorologica». E ancora: «Valutiamo la possibilità di utilizzare diversamente l’invaso di Mercatale, anche dal punto di vista acquedottistico (con il possibile utilizzo misto potabile-irriguo, ndr). In questo quadro, al pozzo del Burano si guarderebbe solo in situazioni di emergenza assoluta. Che speriamo non si verifichino».
La situazione. Cresce il Candigliano: attualmente, la portata è di 650 litri al secondo. Il Metauro, prima di San Lazzaro, fa registrare 150 litri. Il Burano aiuta con 160 litri al secondo. Dati ovviamente tutti da riconsiderare in base alle piogge di queste ore.

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