Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Consiglio, bocciato l’ordine del giorno del Pdl sul treno

L’assemblea ricorda Salvatore Vergari e Marco Simoncelli

PESARO –  Salvatore Vergari, presidente della Provincia dal 1970 al 1980, è ricordato dall’assemblea con un minuto di raccoglimento. «Figura autorevole, pacata, capace, al servizio della collettività e del bene comune. Un esempio per tutti. In questo momento siamo vicini alla famiglia e al figlio Gaetano, nostro consigliere, in particolare», sottolineano Luca Bartolucci, Matteo Ricci e i capigruppo. Si aggiunge il cordoglio per la morte di Marco Simoncelli: «Era uno di noi – spiega Ricci -. Con il nostro territorio ha avuto sempre relazioni molto forti». Esordio per il nuovo segretario Rita Benini. Poi il dibattito sulla ferrovia, con l’ordine del giorno presentato dai pidiellini Giulio Tomassoli e Elisabetta Foschi. La richiesta del documento è «l’inserimento della riapertura della linea Fano-Urbino nel programma di sviluppo regionale». Tomassoli: «Il consiglio si era già espresso in questo senso nel 2009. Il ripristino coglie le esigenze di mobilità tra costa ed entroterra». Foschi: «Non si è creduto mai nel recupero. In questi anni c’è stata solo una campagna strumentale, per fare bella figura con i comitati». Ma dalla maggioranza, con Domenico Papi e Daniele Tagliolini (Pd), si ribadisce: «La pianificazione attuata è necessaria. La ciclabile non è alternativa alla ferrovia: il presidente della Provincia, con il Piano strategico, tutela lo sviluppo di entrambi i fronti, in chiave futura». Per il capogruppo Pdl Antonio Baldelli, tuttavia, con la dismissione «si cancella una potenzialità per l’entroterra. Le ciclabili? Bassa progettualità». Ma Matteo Ricci chiarisce: «Il treno non c’è più da 24 anni. E da allora facciamo sempre gli stessi discorsi, perdendo opportunità. A inizio legislatura ho parlato con i vertici di Ferrovie dello Stato. Gli ho chiesto se, da parte loro, c’era la volontà di riaprire il tratto. Si sono messi a ridere. Vogliamo continuare a perdere altro tempo?». E ancora: «La ferrovia è stata chiusa perché la tratta non era gestibile in termini di costi. Ogni anno le perdite si ampliavano. Abbiamo provato a fare la nostra battaglia, ma ora è chiaro che occorre cambiare impostazione. Nel frattempo i temi sul treno sono cambiati. Bisogna pianificare in termini strategici e non nostalgici. Il nodo è congiungere il territorio all’alta velocità». Tradotto: «A nord dobbiamo collegarci con Bologna, a ovest  con Roma e Firenze. Come priorità abbiamo rilanciato il prolungamento della Pergola-Fabriano, che rischia di essere chiusa, per collegare, in prospettiva, Urbino a Roma. Il primo passo è arrivare a Fossombrone: sono solo 12 chilometri in più, fattibili, perché non incidono in modo rilevante sui costi di gestione. Se c’è questa azione, aumentano notevolmente gli utenti del treno». Per Ricci, dunque, la grande battaglia è quella contro la chiusura della Pergola-Fossombrone. «Anche perché con i tagli al trasporto pubblico, nel 2012 rischiano di saltare perfino i treni regionali». Il presidente ricorda anche che il collegamento Fano-Urbino è stato previsto nel Piano strategico, accanto al tracciato della Fano-Grosseto. Poi una parentesi sull’attuale tratta: «Impossibile ripristinarla, passa nei centri abitati e ci sono 60 attraversamenti». E ancora: «Non smantelliamo né distruggiamo nulla, perché con l’idea della ciclabile salvaguardiamo i binari, che verranno coperti». Bocciato, dunque, l’ordine del giorno dell’opposizione, per il quale non bastano i voti di Pdl e Lega. In apertura di seduta, interpellanze di Roberto Giannotti sulla caccia. Il consigliere Pdl passa in rassegna la gestione dell’attività venatoria, dal centro di selvaggina ai tesserini per finire con la questione cinghiali: «Necessaria – annuncia - una seduta monografica del consiglio, oltre a una commissione d’inchiesta sulla gestione del servizio negli ultimi anni». Risponde l’assessore Massimo Galuzzi, che sottolinea «l’impegno e il ruolo esercitato dalla Provincia riguardo alla discussione delle modifiche alla legge regionale 7 del 1995». E ribatte: «L’amministrazione si è occupata dei piani di capriolo e cinghiale, delle autorizzazioni degli appostamenti fissi, delle aziende faunistiche venatorie, delle aperture, della questione tesserini, dei corsi per nuovi operatori faunistici. Da altre regioni ci guardano come un modello positivo. In più, l’ufficio si sta riorganizzando con la nuova posizione organizzativa, per seguire correttamente tutte le azioni necessarie». E sull’apertura della caccia al cinghiale: «Abbiamo applicato il calendario regionale».

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