Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Consiglio, approvato il consuntivo 2010

Minardi: «Avanzo di 2 milioni e 900mila euro». Astensione dell’Udc

PESARO –  Il consiglio provinciale approva il bilancio consuntivo 2010, con l’astensione dell’Udc. Nella relazione, l’assessore Renato Claudio Minardi sottolinea «le difficoltà causate dal maltempo, che ha inciso per quasi 5 milioni di euro. Ma nulla ci è stato riconosciuto dal Governo, nonostante la richiesta dello stato d’emergenza». Non solo: «A questo si  sommano i problemi causati dal vincolo del patto di stabilità, vero cappio al collo per gli enti locali. E il calo d’entrate determinato dalla crisi, nelle voci addizionale Enel, imposta trascrizione autoveicoli e addizionale Rc auto. Senza considerare che per il 2011 dovremo fare i conti con l’impatto della manovra di Tremonti che inciderà per 3 milioni e 400mila euro». Nonostante questo, spiega l’assessore, «grazie a una gestione seria e rigorosa chiudiamo con un avanzo di 2 milioni e 900mila euro. Buona parte sono risorse vincolate». Voci critiche dalla minoranza. Per il capogruppo Pdl Antonio Baldelli, pesano «gli errori del passato, specialmente per le scelte su consulenze esterne e derivati, mercato non regolamentato e fondato su mille variabili. La Provincia non si è occupata delle sue competenze: ha chiuso il bilancio del 2010 con la vendita dell’ex carcere minorile», ma «il piano di alienazioni individuato dalla giunta per i prossimi anni è irrealizzabile». Mattia Tarsi (Pdl) osserva che «l’unico modo per evitare il “default” finanziario è l’alienazione dei beni. Ma se non saranno venduti?». E stigmatizza «l’entità della cifra di interessi annui sui mutui accesi per coprire i debiti». Di contro, Daniele Tagliolini (Pd) evidenzia che «le consulenze non sono investimenti, ma spese vincolate per la formazione da direttive europee. E le alienazioni riguardano tutti gli enti locali d’Italia: sono l’unica strada percorribile, alle condizioni attuali. Se non si faranno, tutte le Province e i Comuni andranno in “default”». Sulle polemiche relative all’indebitamento ereditato, Minardi replica: «Si tratta di investimenti che sono stati fatti per tutto il territorio, quando il momento storico lo consentiva. Parliamo di infrastrutture, manutenzione delle scuole e delle strade. Sono opere di cui stanno beneficiando tutti i cittadini». Per Roberto Giannotti (Pdl), «ci vuole l’ammissione delle responsabilità passate. Significativo che nelle spese l’aumento maggiore sia per la prestazione dei servizi, mentre la voce per la gestione del personale è ancorata al 2008». Ma per il capogruppo Pd Domenico Papi, «il consuntivo è in linea con il percorso di sobrietà individuato dalla giunta.  E’ un bilancio di resistenza, perché la Provincia risente dei tagli agli enti locali, ma anche della crisi». Minardi rimarca che «in passato si è fatto quello che il momento storico consentiva di fare. L’incidenza media percentuale degli interessi sulle entrate correnti è del 4.8 per cento. Per cui siamo in linea con la media di tante altre Province del Centro Italia, che è del 4.7 per cento. E negli anni il tasso medio del debito si è considerevolmente abbassato, arrivando al 2.9 per cento». Chiude il presidente Matteo Ricci: «Le Province hanno avuto entrate stabili negli ultimi 15 anni, perché la voce è strettamente legata alla produzione. In quelle condizioni, era giusto fare investimenti. I mutui sono stati fatti anche per le risorse che non sono arrivate con il passaggio di competenze definito dal titolo quinto della Costituzione. Ora la crisi ha dimezzato le entrate. Abbiamo fatto scelte nuove, incidendo sul personale e tagliando fin dal primo momento quello che non era indispensabile. L’approccio è stato fortemente orientato alla sobrietà. Se non vendiamo il patrimonio, il bilancio non si chiude ma questo vale per tutti gli enti locali. Ci confrontiamo con una fase di antifederalismo, perché il Governo vuole risanare il debito nazionale tagliando agli enti locali. E’ questa un’impostazione che non possiamo accettare. Dopo l’alluvione, abbiamo chiesto l’allentamento del patto di stabilità. Non solo non è stato concesso, ma ci ritroviamo con la “tassa della disgrazia”: una vergogna per la dignità dei nostri cittadini».

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