Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Bucci, quando la modernità si sposa con la tradizione

Quattro passi tra gli inediti del pittore in mostra alla Quadreria Cesarini.

FOSSOMBRONE. «Quando da ragazzo contemplavo il gran ponte del mio paesello pensavo all’arcobaleno. Ed era un arcobaleno biondo sopra un fiume verde». Nei suoi ricordi Anselmo Bucci (1887-1955) descrive così la natia Fossombrone, il “paesello”, luogo delle radici e del ritorno. E ora, a quarantotto anni dalla morte del pittore e letterato, il ritorno è simbolico ma in grande stile per l’artista, uno dei fondatori di “Novecento”, il movimento che agli inizi del secolo proponeva una ripresa delle regole classiche contro le avanguardie.

La mostra di Fossombrone a lui dedicata dalla Provincia (assessorato ai beni e alle attività culturali - editoria) e dal Comune in Quadreria Cesarini (che prende il nome dal notaio dottor Giuseppe, suo mecenate e amico) rende un tributo autorevole ad Anselmo Bucci aprendo al visitatore un ventaglio ampio e variegato di opere che illuminano il percorso artistico, e anche umano, di uno dei grandi della pittura di inizio secolo. Dal simbolismo e il post-impressionismo della stagione parigina, al “Novecento” italiano (il nome del movimento del 1922 si deve proprio a Bucci), fino al naturalismo lirico degli anni Trenta.

In Quadreria si snoda un percorso di un centinaio di dipinti, tra cui un nucleo di inediti della collezione privata dell’artista, e alcune incisioni letteralmente presi d’assalto dai visitatori che in soli quindici giorni (dal 14 aprile al 1° maggio) sono stati 751, provenienti da tutta Italia (77 i cataloghi venduti).

L’itinerario mette a fuoco il tratto distintivo di Bucci: una sintesi del tutto personale tra modernità e tradizione.

Una delle opere che meglio sintetizza questo insolito connubio è “I pittori” (l’autoritratto che elaborò per circa tre anni, dal 1921 al 1924) sul quale lo sguardo si posa familiare per averlo ammirato numerose volte nell’ufficio del presidente della Provincia.

«Venne acquistato infatti dall’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino nel 1957 - scrive nel catalogo della mostra Claudio Giardini, critico d’arte e responsabile del servizio cultura-editoria della Provincia - per decisione della giunta Mari dopo lunghe ed estenuanti trattative istituzionali. Era stato segnalato da Mario Omiccioli, allora assessore alle finanze, che lo aveva notato e se ne era invaghito per quella struggente rappresentazione di uno scorcio del territorio provinciale (il ponte sul Metauro a Fossombrone) alla XXVIII Biennale di Venezia del 1956. Due sorelle dell’artista, da poco deceduto, lo avevano concesso per l’esposizione e poi posto in vendita per “sole” ottocentomila lire».

“I pittori”, classico e moderno insieme. Da una parte le studiate proporzioni del corpo umano, le armonie cromatiche e l’analitico impianto prospettico dello sfondo ne fanno un’opera classica, quasi quattrocentesca.

«Eppure quest’aura greve, solenne - annota Giardini - giocosamente si stempera nei dettagli ironicamente calati nel quotidiano che l’artista non rinuncia a rappresentare. Segni della sua modernità sono la sigaretta dimenticata accesa tra le dita, il cappello di carta da muratore, che come una regale corona gli cinge il capo, il bicchiere e la bottiglia di vino, e il cartiglio all’antica precariamente appeso alla parete con un rozzo chiodo».

Interessante per la ricerca prospettica, con esiti del tutto inediti, è “I giocolieri” (1922-1923) che colpisce per l’originalità del soggetto attraversato da una disincantata ironia, altro tratto distintivo dell’artista.

Per la prima volta si può ammirare il quadro “Inverno in riviera” (che fa da immagine guida della mostra), un inedito proveniente dalla collezione Bucci, ora dei nipoti di Monza.

«Dipinta a Cros de Cagnes, durante il viaggio nel sud della Francia compiuto alla fine del 1912 - scrive Elena Pontiggia, il critico d’arte che ha curato l’intera esposizione - l’opera è accesa dal vivido cromatismo che caratterizza in questi anni la pittura dell’artista». Protagonista del dipinto è Juliette, la compagna franco-algerina di Bucci, e rappresenta un tema caro al pittore, quello della figura femminile accanto a un albero carico di frutti. «E non manca una nota arguta - fa notare Pontiggia - nel sottolineare la mitezza del clima della Provenza, dove si può indossare una veste a maniche corte anche in pieno inverno».

La mostra attraversa un po’ tutte le epoche e gli stili dell’artista. Ci sono anche le piccole tavole che Bucci dedicò al Giro d’Italia del 1940, dominato da Fausto Coppi. E naturalmente il ricco patrimonio della Quadreria Cesarini con gli scorci e i panorami della nostra provincia. Il catalogo (Silvana Editoriale) offre inoltre un interessante carteggio tra Bucci e il notaio Cesarini, scritti del pittore e analisi critiche.

Alla realizzazione della rassegna hanno contribuito la Comunità europea (Fondo sociale europeo), la Regione e le fondazioni Monte di pietà, Caripesaro e Carifano.

Ecco gli orari di apertura: dal 13 aprile al 30 giugno dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19; dal 1° luglio al 31 agosto dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 23; dal 1° settembre al 9 novembre dalle 10,30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Chiusura lunedì, tranne i festivi.

Per informazioni: Quadreria Cesarini, telefono 0721.714650, Ingenia Servizi per la cultura, telefono 0721.370956.

 

 

 

 

 

 

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