Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Bronzi di Pergola, il Consiglio di Stato annulla la sentenza del 2008 e impone una “soluzione condivisa” con Provincia e Comune di Ancona

Entro 4 mesi gli enti coinvolti dovranno trovare un accordo. Rossi e Baldelli: “La convenzione sul pendolarismo è scaduta nel 2004, il Comune di Pergola ha fatto investimenti, l’opera deve rimanere qui”

PERGOLA – “Entro 4 mesi”, le amministrazioni interessate (vale a dire le Province di Pesaro e Urbino e di Ancona ed i Comuni di Ancona e di Pergola) “dovranno lealmente collaborare, al fine di individuare una soluzione allocativa, in coerenza con quanto previsto nell’accordo del 27 luglio 2001”.

E’ quanto stabilito sui Bronzi di Pergola dal Consiglio di Stato, che con sentenza depositata il 23 novembre ha annullato la precedente decisione del 2008 con cui considerava non valida, per mancanza della firma del Ministero dei beni culturali, la convenzione del 27 luglio 2001 sul pendolarismo (6 mesi a Pergola e 6 mesi ad Ancona), stabilendo che i bronzi dovessero restare nel Museo di Pergola.

Sono dunque stati accolti i ricorsi per revocazione presentati dalla Provincia di Ancona e dal Comune di Ancona, considerando valida la convenzione anche se la firma del Ministero è stata posta in un secondo tempo. Per il Consiglio di Stato, la soluzione condivisa dovrà però “avere prioritariamente riguardo all’esigenza di preservare l’integrità del bene”.

Sbalorditi il vice presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e Assessore alla Cultura Davide Rossi ed il sindaco di Pergola Francesco Baldelli: “La convenzione del 2001 non è più valida perché è scaduta nel 2004, e né la Provincia né il Comune di Ancona hanno mai effettuato interventi sulle opere, come invece fatto dal Comune di Pergola. Naturalmente ci vedremo con gli enti anconetani per trovare una soluzione, ma siamo fermi nella convinzione che continui spostamenti nuocciano all’integrità dei bronzi, come disse nel 2002 il sottosegretario Vittorio Sgarbi evidenziando i rischi per la corretta conservazione che il trasferimento avrebbe causato e disponendo che l’opera dovesse restare a Pergola a tempo indeterminato”.

torna all'inizio del contenuto