Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Arte e fotografia contemporanea, ad Apecchio le mostre retrospettive di Renzo Scopa e del figlio Saulo

Dal 6 agosto, a Palazzo Ubaldini, sarà possibile visitare le esposizioni “La maschera dell’uomo” (incisioni, dipinti ed opere su carta) e “Fotografie e cortometraggi”. Ingresso libero

APECCHIO - Due retrospettive di singolari personalità dell’arte e della fotografia contemporanea verranno inaugurate lunedì 6 agosto, alle ore 21, nel rinascimentale Palazzo Ubaldini di Apecchio. Si tratta della mostra “La maschera dell’uomo” del pittore, incisore e scrittore Renzo Scopa (Urbino1933 – Città di Castello 1997) e dell’esposizione “Fotografie e cortometraggi del figlio Saulo Scopa, visitabili tutti i giorni, ad ingresso libero, fino al 7 ottobre, con orario 10 – 12.30 e 15 – 18.30.

La mostra postuma “Renzo Scopa: La maschera dell’uomo”, presentata negli anni scorsi a Perugia, Urbino e al complesso del Vittoriano a Roma, evidenzia tutte le stagioni creative dell’artista: dall’apprendistato alla Scuola del Libro di Urbino (sotto la guida di Francesco Carnevali, Leonardo Castellani e Pasquale Rotondi) all’informale degli anni Sessanta, dall’arcaismo fantasmagorico degli anni Settanta all’espressionismo materico degli ultimi due decenni. Promossa dal Comune di Apecchio in collaborazione con la Provincia di Pesaro e Urbino e con il patrocinio della Regione Marche, l’esposizione presenta 50 opere tra tecniche miste, acrilici e acqueforti, realizzate dall’artista dal 1950 al 1997: quasi cinquant’anni di attività, da cui emerge la figura di un attento osservatore e lucido interprete del proprio tempo. Sono il disegno e l’incisione che contraddistinguono la sua produzione artistica fin dall’inizio degli anni ‘50 (acqueforti caratterizzate da un segno ruvido, spesso largo e violento, ma anche sgranato sul bianco del foglio quasi a voler accogliere la luce), mentre dagli anni ’60 si dedica sempre più alla pittura, attraverso un’articolata ricerca personale e sperimentazione tecnica per cicli tematici. Gli anni ’70 sono scanditi da una scrittura pittorica vibrante, fatta di gesti rapidi, per arrivare all’ultima stagione, dal 1989 al 1997, dove lo sgocciolamento del colore pone l’accento sull’atto del dipingere, a cui il groviglio cromatico e il “dripping” donano un’esasperata drammaticità.

La mostra “Fotografie e cortometraggi” di Saulo Scopa documenta invece venti anni di attività e ricerca espressiva attraverso la macchina fotografica e la videocamera. Due le sezioni: la prima propone circa 40 fotografie in bianco e nero e a colori, la seconda prevede la proiezione di 4 cortometraggi ed un documentario dal titolo “Noi siamo qui”, da lui scritti e diretti per raccontare la vita in Italia di quattro famiglie immigrate. Scatti e video dialogano tra loro, raccontano l’uomo, in evoluzione lungo momenti e stati di tensione o difficoltà, dove il soggetto è insieme centro e margine. Una ricerca sulla persona e le sue fragilità attraverso il linguaggio delle immagini, utilizzando la macchina fotografica o il video come strumenti per prendere appunti. In assoluta libertà espressiva, Saulo Scopa fotografa scenari urbani ed esistenziali dove emerge, attraverso il bianco e nero e il colore, la dignità e l’inquietudine dell’uomo contemporaneo.

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