Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Roberto Borgiani

1° anniversario della scomparsa di Carlo Bo

Lo ricorda l'assessore Roberto Borgiani

A un anno dalla scomparsa del Rettore Carlo Bo l’Università, la città e tutto il sistema territoriale locale hanno di fronte due necessità: 1) elaborare un insieme di azioni per ricordare la memoria del Rettore scomparso. Un programma che rifugga da momenti meramente celebrativi, ma che sia un concreto e sincero riferimento alla vita e all’opera del personaggio. 2) fare una prima riflessione sulla nuova gestione che ha preso le mosse fin da prima della scomparsa di Bo e che si è consolidata successivamente con l’elezione a Rettore del prof. Bogliolo e la costituzione di un nuovo gruppo dirigente.

Per quanto riguarda il primo punto mi limito a fare una raccomandazione e a dare un suggerimento. La prima: non è necessario far presto, ma è assolutamente doveroso far bene. Occorre studiare un programma di attività che sarà tanto più importante e significativo quanto più saprà sottrarsi alla frustrante superficialità della singola cerimonia magari ridotta ad uno sterile e ripetitivo rituale. Bisogna invece pensare a qualcosa che pensi a collocare nel futuro e per i giovani l’insegnamento del maestro di vita e di studi. Nel futuro, cioè nella dimensione della sfida, della innovazione, della vita, della crescita individuale e sociale. E’ appena il caso di ricordare che ciò che vale per la memoria di Carlo Bo vale anche per quella di altri grandi personaggi legati alla storia della Università e della Città. Penso a Massolo, Salvucci, Mancini, Sichirollo, tanto per ricordarne alcuni.

Il secondo: c’è un significativo carattere della città di Urbino che non si finisce mai di apprezzare abbastanza. Quello di essere un centro didattico e formativo, ma anche di ricerca culturale, unico nel suo genere. La ricchezza e la varietà delle sue istituzioni formative ne fanno un unicum certamente a livello provinciale, ma anche rispetto a livelli territoriali superiori. Elementi di qualità e di particolarità significativi sono rintracciabili facilmente nelle esperienze delle scuole di base; in quelle superiori (con eccellenze riconosciute territorialmente); nei corsi delle istituzioni parauniversitarie come ISIA ed Accademia di belle arti. Trovo che sarebbe bello se, in memoria di Bo, si tentasse, fra le altre cose, un processo di nuova e profonda integrazione fra l’Università e tutto il mondo formativo della Città, e non solo, per rilanciare il senso, la bellezza, il valore dello studio, della riflessione, della ricerca e in definitiva dell’impegno per se e per gli altri, proponendo la città come un unico grande campus aperto al territorio, al paese, all’Europa e al mondo.

Per quanto riguarda il secondo punto. Condivido l’opinione del Rettore Bogliolo: Carlo Bo aveva pensato alla sopravvivenza della sua Università creando i presupposti per la stabilizzazione dell’ateneo. Ma non si può non riconoscere al nuovo gruppo dirigente che fa capo al nuovo rettore il merito di aver reimpostato con passione e impegno un paziente lavoro di consolidamento e rilancio delle potenzialità e delle peculiarità della nostra Università.

Tre aspetti mi pare siano da sottolineare.

La decisa volontà di affrontare positivamente la sfida della riforma degli ordinamenti didattici con la ridefinizione dei corsi di laurea triennale e specialistica.

La consistente apertura di dialogo con le istituzioni territoriali locali: Comuni, Provincia e Regione, sottolineata anche da lodevoli incontri fra il Rettore ed il Senato Accademico con gli organi elettivi (Sindaci, Presidenti, Consigli) di tali enti.

Una nuova e dinamica consapevolezza nel proporsi al territorio per l’apertura di nuove esperienze universitarie (Pesaro e Fano) mirate alle singole realtà economiche e produttive e con il loro decisivo supporto economico rafforzando il ruolo ed il riconoscimento dell’ateneo.

Forse è presto per fare un primo bilancio, ma è certo che quelli sopra sono buoni segnali ed un originale e validissimo modo di raccogliere l’eredità di Carlo Bo.

 

Roberto Borgiani

assessore alla Pubblica istruzione

della Provincia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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