Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Un viaggio per non dimenticare

Dal 1° al 6 agosto itinerario nei luoghi dello sterminio ebraico organizzato dall'Iscop

Si viaggia per conoscere, si viaggia per divertimento e relax, ma si viaggia anche per non dimenticare. Dovranno essere animati da quest’ultimo intento i partecipanti al tour organizzato dall’Iscop (Istituto di storia contemporanea della provincia di Pesaro e Urbino). Un itinerario della memoria, in programma dal 1° al 6 agosto, che prevede la visita al lager di Mauthausen e al castello di Harteim, uno dei quattro centri dell’Aktion T4, il progetto di eutanasia nazista, in Austria; a Lidice nella Repubblica Ceca, il paese raso al suolo come rappresaglia per il ferimento di Heydrich, l’ufficiale nazista responsabile della “soluzione della questione ebraica”, e al lager dei bambini di Terezin. Tra le tappe c’è anche Praga: quattro giorni di sosta per ammirare i luoghi più significativi della città boema.

L’iniziativa fa parte del progetto “Sulle tracce della libertà. Per dare un futuro alla memoria della Resistenza e della nascita della Repubblica”, realizzato quest’anno dalla Provincia per il 60° della Liberazione.

Il viaggio sarà gratuito per gli studenti che vinceranno il concorso scolastico legato al progetto che si è chiuso il 30 giugno (il contributo è dell’assessorato alla pubblica istruzione). Altrimenti il prezzo è di 450 euro. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla segreteria dell’Iscop (Galleria dei fonditori dell’Ipercoop Miralfiore, telefono 0721.451550, 347.3603596).

 

Aktion T4

L'Aktion T4: il progetto di eutanasia nazista

Le origini del concetto di eutanasia in Germania

Se sfogliassimo un vocabolario alla ricerca del significato della parola "eutanasia" troveremmo questa definizione:

"La morte non dolorosa, ossia il porre deliberatamente termine alla vita di un paziente al fine di evitare, in caso di malattie incurabili, sofferenze prolungate nel tempo o una lunga agonia; può essere ottenuta o con la sospensione del trattamento medico che mantiene artificialmente in vita il paziente (eutanasia passiva), o attraverso la somministrazione di farmaci atti ad affrettare o procurare la morte (eutanasia attiva); si definisce volontaria se richiesta o autorizzata dal paziente"

Quando oggi discutiamo di eutanasia parliamo di un "diritto" del paziente, ci riferiamo cioËalla "eutanasia volontaria". In altri termini privilegiamo la sfera della volontà umana. Nella Germania degli anni tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale si parlava di eutanasia in modo molto differente.

Durante la Prima Guerra Mondiale si era assistito ad una impressionante impennata dei decessi dei malati cronici negli istituti di cura tedeschi: 45.000 in Prussia e più di 7.000 in Sassonia. Con molta probabilità la scarsità di cibo causata dal conflitto aveva spinto molti medici ad affrettare la morte di una parte di queste cosiddette "bocche inutili".

Per certi versi si era creato in tal modo un terreno favorevole ad una sorta di "indifferenza" alla morte di individui definiti inguaribili. In questo clima trovò terreno fertile la teorizzazione di una "eutanasia di Stato". Nel 1920 apparve un libro dal titolo "L'autorizzazione all'eliminazione delle vite non più degne di essere vissute". Gli autori erano Alfred Hoche (1865-1943), uno psichiatra e Karl Binding (1841-1920) un giurista.

Hoche e Binding di fatto svilupparono un concetto di "eutanasia sociale". Il malato incurabile, secondo i due, era da considerarsi non soltanto portatore di sofferenze personali ma anche di sofferenze sociali ed economiche.

Da un lato il malato provocava sofferenze nei suoi parenti e - dall'altro - sottraeva importanti risorse economiche che sarebbero state più utilmente utilizzate per le persone sane. Lo Stato dunque - arbitro della distribuzione delle ricchezze - doveva farsi carico del problema che questi malati rappresentavano. Ucciderli avrebbe così ottenuto un duplice vantaggio: porre fine alla sofferenza personale e consentire una distribuzione più razionale ed utile delle risorse economiche.

 

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