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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Un tricolore da guinness che guarda al futuro

Ricci: “Rifare l’Italia”. Fini: “Referendum per la secessione? Fuori dalla storia”

BORGO PACE – Il vessillo record, lungo 1861 metri, fa la sua apparizione lungo via Garibaldi, nel suo habitat naturale, nel giorno in cui è facile esercitarsi con i simbolismi, così come con i rimandi storici. Ancora più netto, nella sua rappresentazione, appare il passaggio di consegne cercato e trovato da Matteo Ricci tra ideali del passato e speranze del futuro. L’incarnazione della staffetta si snoda dentro quel serpentone di ragazzi (quasi un migliaio, ndr) “predestinati” a sorreggere il maxi-tricolore da guinness. Marea di sindaci, amministratori regionali e provinciali, parlamentari. Nel mezzo, anche qualcuno vestito da Garibaldi e i nostalgici del Guinza-Day dello scorso anno, con le magliette sulla grande incompiuta. Il prefetto Attilio Visconti e il questore Italo D’Angelo aspettano Gianfranco Fini. Che arriva da Mercatello sul Metauro, dove atterra l’elicottero, ed entra nel campo sportivo quando la bandiera dei record, sotto il sole, è già stata depositata sull’erba. Dopo infiniti giri di campo, per contenere tutta la stoffa. Minuto di silenzio per i militari caduti in Afghanistan. Inno di Mameli. Poi si parte. Subito il riferimento all’unità di Matteo Ricci: “Se all’epoca di Garibaldi bisognava fare l’Italia – sottolinea il presidente -, oggi è necessario rifare il Paese. Partendo proprio dai valori del Risorgimento. La spedizione dei Mille deve essere l’esempio: viviamo in una fase drammatica, ma siamo orgogliosi di essere italiani. Con la frammentazione non si va da nessuna parte”. Lancia quindi il messaggio: “Basta divisioni tra nord e sud. Chi non riconosce l’inno e la bandiera nazionale – ribadisce il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino - non è degno delle istituzioni. Non si può rappresentare la Repubblica la mattina e inneggiare alla secessione il pomeriggio..”. Il centro Italia, “area dell’efficienza solidale”, farà da sentinella: “Abbiamo avuto e continueremo ad avere una funzione storica, legata alla salvaguardia dell’unità e della coesione sociale”. Minata, quest’ultima, anche “dai tagli agli enti locali, che indeboliscono la democrazia e rendono ancora più esposte le fasce deboli”. Poi Ricci sterza sulla Fano-Grosseto, a un anno di distanza dall’occupazione della galleria della Guinza. E punta sull’Appennino come fattore di coesione e non di divisione: “Ci battiamo, in questo giorno, anche per i nostri diritti. Non è da Paese civile la vergogna dell’eterna incompiuta. Abbiamo fatto passi avanti, anche dal punto di vista progettuale, ma continueremo la nostra mobilitazione fino a quando non arriveremo alla certezza delle risorse”. Sulla stessa linea il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai e l’assessore alle Infrastrutture della Provincia di Perugia, Domenico Caprini. C’è la benedizione di Anita Garibaldi, pronipote del generale: “Un’iniziativa che abbiamo appoggiato dall’inizio: anche voi – dice rivolta ai ragazzi - già all’epoca, eravate nel cuore del mio bisnonno. Per lui, il rapporto trasparente tra cittadini e amministrazioni era l’essenza della democrazia. Ripartiamo da qui. Da territori come questi, che hanno visto il sacrificio e il coraggio di tanti giovani per la libertà: possiamo riannodare i fili rossi di una proposta politica e progettuale valida per l’Italia”. Il sindaco Romina Pierantoni affonda sui tagli agli enti locali: “Da Roma ci percepiscono come uno spreco, siamo invece una risorsa. Non c’è vero risparmio se si vogliono distruggere 150 anni di storia. Come ci insegna Garibaldi, continueremo a combattere per i nostri diritti e ad andare avanti. Nonostante tutto, saremo fedeli servitori dello Stato, nella buona e nella cattiva sorte…”. Gianfranco Fini, applaudito, raccoglie: “Una manifestazione con grandi significati. Nel tricolore da guinness dei primati, che oggi percorre i luoghi delle pagine dell’epopea garibaldina, si legano i temi dell’identità e dell’unità. Assieme al futuro, rappresentato dai giovani”. Il presidente della Camera evidenzia anche “l’importanza delle tre Province-cerniera, garanzia dell’unità del Paese”. E ancora: “Il rischio di scivolare nella retorica, in circostanze del genere, è sempre in agguato – osserva Fini - ma la memoria del passato e del sacrificio dei patrioti è necessaria e doverosa”. Lo Stato unitario è giovane, ma “la gens italica affonda le sue radici nei secoli. Ci sono sicuramente differenze tra nord e sud, ma bisogna mettere da parte visioni dettate da egoismi e opportunismi”. Per cui, il suo giudizio è netto: “La proposta, fatta nei giorni scorsi, di un referendum per la secessione è illusoria. E’ contro la storia e la costituzione”. Se l’unità si nutre anche di simboli, “la coesione della società va garantita con le azioni delle istituzioni”. Condivide la preoccupazione degli amministratori degli enti locali: “Non è un problema di destra o di sinistra. Va bene limitare la spesa, ma non si possono mettere i cittadini davanti a un bivio drammatico. Perché, riducendo i finanziamenti, o c’è una minore qualità e quantità dei servizi, o si verifica, necessariamente, una imposizione fiscale maggiore. Serve il rigore, ma va attuato con equità e proporzionalità. Chi ha di più, deve dare di più”. Considerazioni finali: “La nazione, come è stato già detto da Renan,  è un plebiscito che si rinnova ogni giorno. Le istituzioni devono dare il buon esempio, rispettando le regole”. Infine: “Dobbiamo essere in grado di integrare chi arriva per lavorare ed è nella legalità, nell’equilibrio tra diritti e doveri. E’ un modo per pensare all’Italia di domani. Perché la patria non è solo la terra dei padri, ma anche di chiunque, nel giusto, si sente orgoglioso di essere italiano”.

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