Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Uffici postali a rischio chiusura e riduzione orario: il consiglio provinciale contro il piano di razionalizzazione di Poste Italiane Spa

Approvato all’unanimità un Ordine del giorno dove si chiede a Regione ed Anci Marche si sollecitare il Ministero del Tesoro ad un riesame. Nella Provincia di Pesaro e Urbino è prevista la chiusura di 3 uffici e la riduzione di orario di altri 9

PESARO – Contro il piano nazionale di razionalizzazione di Poste Italiane spa, che vede nella provincia di Pesaro e Urbino la chiusura di 3 uffici postali (Pesaro Cacciatori, Novilara e Petriano) e la riduzione di orario di altri 9 (Belforte all’Isauro, Pianello di Cagli, Smirra di Cagli, Isola di Fano nel comune di Fossombrone, Fratterosa, Monteciccardo, Piagge, San Giorgio di Pesaro, Serra S.Abbondio) si è schierato il consiglio provinciale di Pesaro e Urbino che, nella seduta di oggi, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno esprimendo la sua “più totale contrarietà”.

Nel documento viene evidenziato “l’aspetto sociale” che tali uffici rappresentano per i residenti e per gli abitanti delle frazioni di comuni limitrofi, in prevalenza anziani e dunque da considerare clientela di “fascia debole”.

“Con l’attuazione del piano, basato su mere logiche statistiche ed economiche – evidenzia il consiglio provinciale – Poste italiane sta dimostrando di non essere minimamente sensibile alla funzione sociale del servizio che offre, privando di qualsiasi valore la persona in quanto tale ed il suo diritto ad usufruire di un servizio pubblico. Trattandosi di una società a socio unico a partecipazione totalitaria del Ministero delle Finanze, riteniamo che debba tenere conto delle esigenze e volontà dei cittadini”.

A livello nazionale il piano di razionalizzazione prevede la chiusura di 455 uffici (10 nelle Marche) e la riduzione di orario per 608 (23 nelle Marche). Il consiglio provinciale, oltre a far notare come la decisione di Poste italiane spa disattenda l’impegno preso a maggio con i Comuni di aprire una concertazione con Regione, Anci e Comuni stessi, rivolge alla giunta regionale e all’Anci Marche alcune richieste: sollecitare il Ministero del Tesoro, azionista di riferimento di Poste Italiane, affinché il piano venga riesaminato; approfondire il confronto con la direzione regionale di Poste italiane e le amministrazioni locali coinvolte sugli effetti di una razionalizzazione, affinché il piano sia più aderente possibile alle reali esigenze del territorio; farsi promotori, nelle sedi istituzionali, “delle esigenze di mantenimento del servizio soprattutto nei territori marginali e montani delle Marche, dove conserva una palese funzione sociale e pubblica”.     

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