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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Turismo, Ricci alla Regione: «No allo “Charme”, torniamo all’ “Infinito”»

Il presidente contro la nuova campagna di promozione. E lancia l’appello a Ancona: «Per affermare un brand servono anni, non si può cambiare strategia»

PESARO – «Non va bene: non possiamo fare un passo avanti e due indietro…». Scuote la testa, il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci, davanti alla nuova strategia regionale di promozione turistica. E’ quello slogan, “Marche di Charme”, che da Ancona hanno presentato con l’idea di trainare il comparto e consolidare l’appeal del territorio, che proprio non gli va giù. E non gli sembra consono alla costruzione di un brand unico regionale. L’occasione per esprimere il dissenso è la presentazione della nuova brochure della provincia in lingua olandese, realizzata per intercettare la consistente fetta di mercato (la seconda del territorio, ndr) rappresentata dai turisti provenienti dai Paesi Bassi. Così il presidente lancia un appello alla giunta regionale: «Ripensiamo la strategia e torniamo indietro. Si era fatto un investimento consistente con Dustin Hoffman per battere il filone dell’ “Infinitamente Marche”. Una mossa vincente, che ha fatto parlare e ha dato grandi risultati di visibilità. E anche le polemiche sono state comunque un ritorno, in termini di  comunicazione e pubblicità. Pensiamo solo al dibattito sui giornali nazionali…». Poi continua: «I frutti di quella campagna li vedremo nel tempo. Ma, solo per fare un esempio, possiamo già dire che nel nostro sito del turismo i contatti dagli Stati Uniti si sono moltiplicati, insieme all’effetto traino prodotto dall’Urbino Press Award». Quindi la considerazione: «Non possiamo pensare di mutare strategia ogni volta che  cambia l’assessore. Già abbiamo un grande problema di visibilità rispetto agli altri territori. Se si scelgono sempre nuove vie, la comunicazione non passa». Per Ricci bisogna ritrovare la strada dell’ “infinito”: «Chiedo alla Regione di tornare sui suoi passi: sono totalmente contrario rispetto alla nuova impostazione. “Marche di Charme” è un brand errato nel merito e nel concetto. Ci sono tanti turismi, non solo quello di elite. E’ una discontinuità che va scongiurata, per non ripetere gli errori fatti in passato». Poi puntualizza: «Stiamo facendo ogni sforzo per mettere da parte i campanilismi. Le Marche possono diventare una regione di moda. Ma per affermare un brand unico servono anni: non si può cambiare strategia, rischiando di buttare via anche le poche risorse che ci sono…».
 

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