Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Treni Frecciabianca, Ricci e Minardi scrivono a Ferrovie dello Stato e Trenitalia: “Anche con l’orario invernale vanno mantenute le fermate accordate”

Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e l’assessore ai Trasporti evidenziano come le 12 fermate ripristinate siano necessarie all’intero territorio, agli studenti dell’Università e alle imprese

PESARO – Le fermate dei treni “Fracciabianca” continuano a preoccupare il presidente della Provincia Matteo Ricci e l’assessore ai Trasporti Renato Claudio Minardi, che hanno inviato una lettera al presidente e all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Lamberto Cardia e Mauro Moretti e al presidente e all’amministratore delegato di Trenitalia Marco Zanichelli e Vincenzo Soprano.

Pur evidenziando di “aver preso atto con piacere dell’accoglimento delle richieste avanzate da rappresentanti di enti locali, associazioni di categoria e Camera di Commercio di ripristinare 12 fermate dei treni Frecciabianca nella stazione di Pesaro”, Ricci e Minardi chiedono, in previsione del varo dell’orario invernale, “che le fermate accordate rimangano consolidate e che si eviti di ripetere ciò che è accaduto lo scorso inverno, con una situazione di vero e proprio isolamento della nostra provincia”.

Le attuali fermate dei treni “Frecciabianca” vengono infatti considerate adeguate alle esigenze di Pesaro e del territorio provinciale, composto da 366mila abitanti, “che già sconta un forte handicap dovuto a carenze infrastrutturali e che non prevede nemmeno in futuro l’Alta Velocità”. Per di più, evidenziano Ricci e Minardi, “la provincia di Pesaro e Urbino, tra le più laboriose e produttive del nostro Paese, è sede dell’Università di Urbino, frequentata ogni giorno da migliaia di studenti provenienti da tutta Italia ed estremamente ricca di imprese, professionisti e quadri aziendali fortemente legati da quotidiani rapporti di lavoro con Milano ed il nord Italia”. Penalizzarla ulteriormente “sarebbe dunque un duro colpo per l’intero tessuto economico e sociale in questo periodo di forte e crisi e recessione”.

Da qui la ferma richiesta rivolta a Ferrovie dello Stato e Trenitalia.

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