Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: n.g.

“Tagli pesanti e ferite ancora aperte nelle nostre scuole”

L’assessore Borgiani interviene a proposito dei provvedimenti stabiliti dal ministro Moratti

PESARO. Sui tagli di personale stabiliti dal ministro Moratti e sugli effetti derivanti, in ambito provinciale, dalla riforma ministeriale, interviene l’assessore alla Pubblica Istruzione, Roberto Borgiani. Si sta finalmente concludendo in questi giorni l’ennesima vertenza annuale sul numero degli insegnanti assegnati dal Ministero alle scuole della nostra provincia.

L’Amministrazione provinciale ha voluto essere presente in questa fase con grande attenzione: abbiamo promosso incontri fra gli enti locali ed il CSA, trovando peraltro grande disponibilità, abbiamo partecipato a tutti gli incontri svoltisi a livello regionale, stimolando e sostenendo un confronto vero con la Regione e la direzione regionale del MIUR . Come era facile prevedere, il taglio è stato pesante . E le ferite sono ancora aperte, nonostante i proclami di alcuni politici della destra locale che cercano di sminuire le conseguenze negative di tale operazione.

Certo, in seguito alle proteste delle popolazioni, degli enti locali, degli operatori scolastici, alcune delicate situazioni sono state in parte recuperate anche se a costo di imporre gravi sacrifici in altre situazioni territoriali. Ma la realtà rimane. E la realtà è quella di un gravissimo attacco alla scuola pubblica condotta con l’imposizione di un severo taglio del personale che fa il pari con il continuo taglio delle risorse economiche, in atto da qualche mese. In tutti i centri maggiori le classi sono formate con il massimo degli alunni consentito, nei centri minori e intermedi sono state ridotte le classi e ridotta pure la qualità dell’offerta in termini di contrazione dei tempi pieni e prolungati, sia nelle materne che nelle elementari e medie.

Ma quest’anno la situazione peggiore si è verificata nelle scuole medie superiori per effetto del divieto di formare classi prime con meno di 20 alunni e di articolare classi comuni con più indirizzi. Novità, queste, introdotte dal governo Berlusconi e che penalizzano fortemente l’istruzione professionale e artistica.

A ciò si aggiunge il fatto che, ad iscrizione già avvenuta, talvolta dopo motivate scelte di orientamento scolastico, molti ragazzi sono stati sballottati da un corso di studi all’altro soltanto nell’ansia di fare numero, salvare classi e docenti. E il “traffico” non è ancora finito, anzi è sollecitato dalle disposizioni ministeriali che ne rimettono la responsabilità ai Consigli di Istituto.

L’organico di diritto delle scuole della nostra provincia prevede ad esempio: classi prime con 34 alunni (Ginnasio di Urbino), non consente l’apertura di una classe prima del Corso di moda all’Istituto professionale di Urbania (cosa, questa, particolarmente grave sia per la tipologia di scuola, unica nella provincia, che per il bacino di utenza), e nemmeno è prevista l’apertura della sezione “Metalli” presso l’Istituto Apolloni di Fano.

La direzione generale del MIUR per le Marche ed il locale CSA, d’intesa con le scuole, debbono correggere queste situazioni o modificando l’organico di diritto o consentendo in sede di organico, di fatto, le classi richieste e non ancora attivate . Senza questi provvedimenti il nostro giudizio sulla gestione di questa emergenza rimane sospeso.

Chiedo esplicitamente, dunque, che le risorse di personale risparmiate per il “flop” dell’anticipo Moratti nella nostra provincia (solo 95 iscritti in più) vengano utilizzate a questo scopo. E, a proposito di anticipo delle iscrizioni, registro con soddisfazione la bassa adesione nella nostra provincia. E’ indice positivo della scarsissima condivisione di questo territorio alla principale novità della riforma Moratti.

 

 

 

 

 

 

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