Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Sviluppo sostenibile il futuro comincia adesso

Approvato dal consiglio provinciale il nuovo strumento di programmazione

PESARO. La Provincia di Pesaro e Urbino è una delle prime in Italia a essersi dotata di un Piano di sviluppo ecosostenibile. La legge lo prevede, ma non stabilisce alcun obbligo. È una sorta di grande Prg allargato a tutti i settori dell’amministrazione che programma la crescita del territorio in chiave ambientalista, dando una sterzata rispetto al passato quando le espansioni erano incontrollate e non c’era rispetto per i valori dell’equilibrio sociale ed economico.

«Dallo sviluppo di quantità a un forte sviluppo di qualità, per un nuovo equilibrio fra costa e aree interne». Con lo slogan del Piano il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli ha aperto sabato mattina la discussione del consiglio che, dopo un’intera mattinata di interventi e dibattiti, ha approvato a maggioranza (con il voto contrario del centro destra, Forza Italia e An, e l’astensione dei consiglieri Graziano Olivieri del Gruppo misto e Anna Maria Guerra dell’Udc) il nuovo strumento di programmazione.

Un via libera che apre le porte alla seconda fase del Piano, quello della sua concreta attuazione , a cominciare dai 24 progetti prioritari (i cosiddetti pivot) lungo i binari di 50 obiettivi di fondo. Si va dall’ambiente (per la salvaguardia e l’uso compatibile delle risorse) con il piano particolareggiato dei dissesti, quello delle cave, dei rifiuti e delle acque; alla pianificazione ecosostenibile del territorio attraverso l’elaborazione di Prg nel rispetto dell’ambiente, il recupero dei beni di valore urbanistico e architettonico, la manutenzione e la progettazione delle strade, il cablaggio delle reti, i piani di bacino del trasporto pubblico; fino al settore dello “sviluppo di qualità” da raggiungere con la semplificazione della macchina amministrativa, la qualità del lavoro, gli interventi per un turismo tutto l’anno, le iniziative culturali, i progetti legati all’agricoltura.

Un piano che si caratterizza, oltre che per il taglio ambientalista, anche per la scelta metodologica di avere coinvolto in prima persona i cittadini e le forze economiche e sociali nella elaborazione del progetto.

«Un’intensa fase di consultazione ha preceduto il consiglio di oggi - ha ricordato il presidente Ucchielli - sono stati promossi incontri pubblici su tutto il territorio provinciale, abbiamo ascoltato migliaia di cittadini, c’è stato un confronto con tutte le organizzazioni, sociali, imprenditoriali e professionali. Ogni soggetto ha fatto proposte e avanzato suggerimenti che, per la maggior parte, sono stati accolti».

E ha aggiunto: «Il Piano si configura da un lato come strumento metodologico, di rilevante significato culturale, dall’altro costituisce un primo strumento operativo, per coordinare le politiche dell’ente con quelle degli altri enti nonché delle forze politiche e sociali».

Uno strumento che non ha convinto Forza Italia e An. Il consigliere azzurro Pierugo Boni ha scandito: «Tutta questa operazione non c’entra nulla con la ecosostenibilità, o almeno quasi nulla. Il Piano è fatto per lasciare le cose come stanno, è soltanto una operazione di facciata. È stato inventato un nuovo genere di competizione elettorale, una campagna elettorale di metà legislatura». Secondo An, come ha sottolineato il capogruppo Gianfranco Colucci, «il Piano è inadeguato, non efficace, non efficiente. E poi non è oggettivamente controllabile nella sua efficacia operativa in quanto gli indicatori sono scarsamente significativi per monitorare il conseguimento degli obiettivi. Sulla realizzabilità dei pivot è poi del tutto impreciso e vago».

Voto favorevole, invece, da parte di Rifondazione comunista che vede nello strumento «una grande occasione per la nostra provincia che rinnova i principi alla base dello sviluppo e rimedia ai guasti del passato» ha sottolineato il capogruppo Alessio Mangani.

Conclusioni al presidente Ucchielli: «L’approvazione del consiglio aprirà una fase nuova, quella dell’attuazione dei progetti accompagnata da una forte azione politica e istituzionale per la ricerca dei finanziamenti. Sarà questo il nostro principale impegno, perché in primo luogo lo Stato dovrà metterci a disposizione le risorse per svolgere a pieno le nostre funzioni di governo del territorio, quindi obiettivi e priorità del piano».

 

 

 

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