Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Sipario in fabbrica e in convento

L’assessore Paolo Sorcinelli anticipa gli eventi culturali della stagione 2003

Svelati gli inediti di Anselmo Bucci, un volume sulle tele “rapite”

«Il mio sogno? Mettere in rete anche le biblioteche e i musei»

Musica, teatro, archeologia, arte, incontri letterari, nuove pubblicazioni: si è chiuso un anno intenso per le attività culturali della Provincia e un altro altrettanto fitto di eventi si annuncia all’orizzonte. Nel suo ufficio di viale Gramsci, l’assessore ai Beni e alle Attività culturali-Editoria Paolo Sorcinelli sfoglia l’agenda, sommerso di cartelle e documenti.

Quali dei percorsi intrapresi proseguiranno anche nella stagione 2003?

«In linea di massima tutti questi settori troveranno prosecuzione, seppure con modalità diverse - sottolinea l’assessore - toccando nuove forme espressive, interessando problematiche nuove, coinvolgendo realtà non praticate, cercando insomma lo svolgimento nel tempo dei progetti e delle idee del programma presentato tre anni fa».

“Sipario d’estate” e la rete teatrale della stagione invernale hanno portato in palcoscenico, insieme agli artisti emergenti della musica, del teatro e della danza, luoghi e paesaggi inediti della provincia. Con il prossimo festival quali emergenze andranno in scena?

«Proprio in questi giorni stiamo elaborando “Sipario d’estate” 2003: è nostra intenzione dedicare quello che ormai è considerato “il festival della provincia”, ai temi e ai luoghi che richiamano da un lato il lavoro dell’uomo, dall’altro il suo bisogno di rapportarsi con il trascendente: provi a immaginare una serie di spettacoli che attraversano fabbriche in uso o opifici dismessi, conventi e monasteri… In entrambi i casi si tratta di luoghi fisici creati dall’uomo, per necessità materiali e per necessità ideali e spirituali: il prossimo festival cercherà di riannodare un filo invisibile, ma esistente, fra luoghi apparentemente distanti fra loro. Nel frattempo cercheremo di arrivare a una concertazione più profonda fra tutti i sedici teatri storici della provincia».

L’archeologia si è rivelata un’autentica passione: che novità ci sono lungo l’itinerario di riscoperta delle testimonianze dell’antico passato?

«Undicimila visitatori della mostra “Bronzi e marmi della Flaminia” allestita a Pergola, 1.400 persone che per dieci domeniche hanno seguito i percorsi di Sistema museo, l’apertura di nuovi centri espositivi a Casteldelci, Acqualagna e Cantiano: tutto questo ci dimostra che “Archeoprovincia” non è soltanto uno slogan, ma un’idea vincente e che l’esperienza va ripetuta. Quest’anno però, oltre a quelli archeologici, coinvolgeremo anche altri beni culturali: pinacoteche, rocche, biblioteche, teatri, monumenti».

Ogni anno la Provincia lancia sul panorama nazionale un evento espositivo, quale “grande mostra” è in arrivo?

«Anselmo Bucci è uno dei più grandi artisti del Novecento italiano ed è nato e vissuto a Fossombrone. Si è reso disponibile, grazie agli eredi, un centinaio di opere che il pittore non ha mai voluto mettere sul mercato e non ha neppure mai esposto. Sono dunque, per la maggior parte, opere inedite. Era quasi scontato che la Provincia cogliesse l’occasione per riportare a Fossombrone questo patrimonio. Se tutto va per il verso giusto, la mostra si inaugurerà il 22 aprile e resterà aperta fino al 9 novembre».

Nuove iniziative editoriali: cosa arricchirà lo scaffale dei lettori della provincia?

«Il 27 febbraio presenteremo una monumentale storia della provincia nel Novecento. Tre anni di lavoro da parte di un’équipe di 16 ricercatori per 1.500 pagine di indagini raccolte in due volumi. E, all’inizio dell’autunno, giungerà a conclusione un’altra opera: un repertorio critico di 100 dipinti che su disposizione di Napoleone sono “passati” dalle chiese della nostra provincia a Milano e a Parigi. Una grande “diaspora” per l’arte figurativa del territorio che, se è quasi impossibile ricomporre materialmente, si è potuto però ricomporre in termini di conoscenze culturali».

Come risponde il pubblico al messaggio culturale proposto al territorio? Interessi, curiosità, passioni: quali sono le principali esigenze dei cittadini della provincia?

«Nella nostra provincia il fermento culturale è grande: e questo è naturalmente un fatto positivo. Gli aspetti negativi sono principalmente due: le risorse limitate per soddisfare tutte le legittime richieste di intervento da parte di enti e associazioni, e il fatto che troppo spesso si considera l’ente “Provincia” come una mamma che deve essere sempre munifica e generosa, entrando il meno possibile nel merito delle questioni. A chi ancora ragiona con questo metro vorrei ricordare una canzone di Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero e neppure il volo di un gabbiano. La libertà è partecipazione”.

Un sogno “culturale” per il 2003…

«Fare funzionare al meglio, oltre ai piccoli teatri, anche le piccole biblioteche e i piccoli musei, all’interno di una “rete” in cui il piccolo, il medio e il grande comunicano fra loro e funzionano in simbiosi. Senza campanilismi fuori luogo e senza pretese di egemonie culturali».

 

 

torna all'inizio del contenuto