Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Silvia Cecchi in udienza… ma di parole

Il sostituto procuratore della Repubblica lunedì ospite della rassegna letteraria della Provincia

PESARO. Dalle udienze vere a quelle “di parole”. Dai banchi dell’accusa a quelli dei testimoni. Il penultimo appuntamento della rassegna letteraria della Provincia “Udienza di parole”, lunedì 4 aprile alle 17 nella sala “Adele Bei”, vedrà in “aula” il magistrato Silvia Cecchi. Il sostituto procuratore della Repubblica a Pesaro sarà alle prese con una delle pietre miliari della filosofia del diritto, il celebre trattato di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene”. Nelle vesti di esperta in materie giuridiche, Silvia Cecchi offrirà un’analisi del testo allargata a contenuti storici e letterari. Una “recensione”, la sua, animata dalla parallela attività di poetessa e scrittrice che appassiona il magistrato pesarese.

Matteo Giardini, curatore della rassegna, darà il via all’incontro con la lettura di alcuni passi dell’opera di Beccaria (nonno di Alessandro Manzoni). Seguirà la “testimonianza” civile del sostituto procuratore che getterà per così dire “ponti” moderni tra la trattazione, a favore di una giustizia più giusta, e l’attualità.

«Fra le tante opere di cui l’Italia deve andare fiera spicca “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, del 1764 - spiega Matteo Giardini - L’autore nasce a Milano da famiglia aristocratica nel 1738. Laureatosi in legge, partecipa alla vita culturale del capoluogo lombardo e si

 

interessa di filosofia, grazie allo studio delle idee “rivoluzionarie” di Montesquieu e Rousseau. Quattro anni più tardi scrive e pubblica “Dei delitti e delle pene”. Un best seller. La “Bibbia” in formato tascabile della moderna concezione del Diritto. L’autore viene oggi poco ricordato, eppure è a lui che dobbiamo molti dei principi civili a cui siamo abituati. Il libro stupisce per la sua modernità. Tratta dell’origine e dello scopo delle pene, che non sono una punizione, bensì un allontanamento dalla società a scopo rieducativo. Affronta temi attualissimi come l’interpretazione arbitraria delle leggi, la pena di morte, l’abolizione della tortura e la prontezza della pena».

La rassegna “Udienza di parole”, organizzata dall’assessorato alle attività culturali della Provincia, si concluderà lunedì 18 aprile alle 17 con la lettura della “Cantata per la festa dei bambini morti di mafia” di Luciano Violante.

 

 

 

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