Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Sergio Zavoli a Pesaro: profumi d’infanzia, di luoghi e persone care nei versi de “L’Infinito istante”

Palazzo Montani Antaldi gremito per l’ultimo incontro de “L’angolo della Poesia”. Il giornalista: “Questa società ha smarrito il gusto della parola e dello stare insieme”. Un riconoscimento dal Circolo della stampa

PESARO – Ha commosso il numerosissimo pubblico con i suoi versi pacati, profondi, ricchi di vita vissuta, di ricordi legati all’infanzia, ai genitori, ai territori da lui amati, alle persone che ha incrociato in un cammino caratterizzato da tante esperienze, legate da un comune denominatore: il profondo rispetto per la parola. Sergio Zavoli, giornalista, scrittore, senatore, ha mostrato il suo animo di poeta presentando a Palazzo Montani Antaldi di Pesaro il suo nuovo libro “L’infinito istante” (Mondadori), nell’incontro conclusivo della rassegna “L’angolo della Poesia” ideata dal regista Peppino Saponara.

All’appuntamento, promosso dall’associazione culturale “Melampo”, dalla Provincia, dal Comune e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, con il patrocinio dell’Università di Urbino, hanno partecipato anche il direttore di Radio3 e ideatore di “Fahrenheit” Marino Sinibaldi, il rettore dell’Università di Urbino Stefano Pivato, la scrittrice, saggista e poetessa Rosita Copioli e l’attore ed autore di testi teatrali  Gianfranco Tondini, che ha letto alcuni versi.

La serata ha visto anche un piacevole fuori programma: la consegna a Zavoli, da parte del presidente del Circolo della Stampa di Pesaro Elio Giuliani, di un riconoscimento, denominato “Il maestro”, assegnato dall’associazione ai grandi giornalisti, scrittori e comunicatori italiani. “Nessuno meglio di lei, che è tutte e tre le cose insieme – gli ha detto Giuliani – merita questo piccolo e sincero omaggio da parte dei giornalisti di Pesaro”.

Accolto dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro Gianfranco Sabbatini e dal presidente del consiglio provinciale Luca Bartolucci, Zavoli è stato salutato ufficialmente, a nome delle autorità presenti, dal sindaco Luca Ceriscioli, mentre il rettore dell’Università di Urbino Stefano Pivato ha ricordato il legame del giornalista e scrittore con questo territorio, dove fu insignito da Carlo Bo della laurea honoris causa in Lettere e dove ha vinto il premio Frontino. “Oltre al profondo rispetto per la parola – ha detto Pivato – Sergio Zavoli ha un grande rispetto per i silenzi, perché anch’essi parlano. Credo abbia influito in questo la sua frequentazione con Carlo Bo, i cui silenzi restano leggendari”.

Da parte sua, Zavoli si è complimentato con Peppino Saponara (“gli dobbiamo gratitudine per aver inventato L’Angolo della poesia”) e con Marino Sinibaldi (“è riuscito a trasformare i palinsesti della radio, introducendo valori, concependo una relazione tra i fatti, facendo assumere a Radio 3 un ruolo straordinario soprattutto di notte, quando la notte si sposa con i silenzi, che sono pause, come per prendere un respiro creativo”), per poi  addentrarsi sul suo rapporto con la poesia. Un rapporto iniziato 17 anni fa con il libro “Un cauto guardare” e proseguito con “In parole strette”, “L’orlo delle cose”, “La parte in ombra” e ora “L’infinito istante”.

“Questa è una società - ha detto Sergio Zavoli - che ha smarrito, col gusto della parola, il gusto dello stare insieme. La poesia descrive l’indicibile, quello che prima non c’era: commuove, stupisce, meraviglia, affascina le persone che si innamorano delle parole. Ha però una grande responsabilità, perché in un testo poetico le parole di tutti i giorni hanno un tono diverso”.

Di Zavoli, Sinibaldi ha sottolineato “la straordinaria capacità di cercare la verità e l’umanità nelle parole degli altri”, soffermandosi su alcune interviste “storiche”.
“Per carattere – ha spiegato il giornalista e scrittore - mi è sempre piaciuto parlare con la gente, dare la parola all’altro. Le interviste più emozionanti della mia vita non sono state con coloro che mi raccontavano le cose, ma con quelli che, improvvisamente, facevano uscire qualcosa di sé”. Ecco allora l’attimo, “l’infinito l’istante”, quel momento che diventa eterno se si riesce a fermarlo.

“In quest’ultimo libro di poesie – ha commentato Rosita Copioli – torna spesso l’istante, il momento giusto, il senso della misura, la capacità di essere sempre presente nel dettaglio. Delle dieci sezioni, le più amate da Zavoli sono quella dedicata proprio alla poesia e l’ultima, dove sono presenti tutte le domande che una persona può fare ad un Dio che non risponde Con sapienza, tutto viene depositato. Una memoria che è come un flusso, che ha però una particolare freschezza, è sempre rinnovata e rinnovabile”.

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