Dopo una serie di indagini, la polizia provinciale è riuscita ad individuare il presunto autore del vasto inquinamento sul fiume Metauro che negli scorsi mesi ha portato alla moria di circa 4 quintali di pesce. L’azienda che avrebbe effettuato scarichi abusivi, di Montemaggiore al Metauro, è stata segnalata al magistrato, che adotterà i provvedimenti del caso. La positiva soluzione dell’indagine fa seguito ad un’altra brillante operazione che ha visto impegnata anche la polizia provinciale di Pesaro e Urbino, vale a dire l’individuazione e l’arresto in Umbria di un’intera famiglia che per anni ha truffato officine meccaniche delle province di Perugia, Pesaro e Urbino (soprattutto di Novafeltria, Talamello e Carpegna) e Forlì – Cesena, raccogliendo i loro rifiuti tossici e gettandoli nel Tevere. Due anni di indagini che hanno visto una forte sinergia tra i carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) dell’Umbria e delle Marche, il Corpo forestale dello Stato, le polizie provinciali di Perugia e Pesaro – Urbino ed il Nucleo Elicotteri dell’Arma di Pratica di Mare. “Importantissima – evidenzia la polizia provinciale – è stata la collaborazione delle aziende e delle officine meccaniche truffate, in tutto una cinquantina. Questa sinergia tra forze dell’ordine, polizia provinciale e aziende ha portato al successo dell’operazione”.