Comunicati stampa |
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Salvatore Borsellino a Pesaro e Fano. Matteo Ricci: “Esempio di legalità per le nuove generazioni”

Doppio incontro promosso da movimento Agende Rosse e Associazione nazionale magistrati

PESARO - “I magistrati Nino Di Matteo e Antonio Ingroia, uomini coraggiosi che stanno cercando di togliere il velo nero dalla strage di via D’Amelio per trovare i mandanti occulti, sono veramente in pericolo. E’ un momento troppo simile a quello del ’92, dove un sistema di potere si era sfaldato. Anche ora c’è un sistema di potere che sta annegando nel suo stesso fango, che si sta sfaldando, ed ogni volta che accade questo ci sono stragi: ora i magistrati li delegittimano, li uccidono con i trasferimenti, ma potrebbe non bastare più, potrebbe essere necessario di nuovo il sangue per bloccare i processi di cambiamento nel Paese. Non vogliamo eroi morti, ma magistrati vivi”.

E’ l’allarme lanciato da Salvatore Borsellino all’incontro “In memoria di Paolo” nella sala del consiglio provinciale di Pesaro, organizzato dal Movimento Agende Rosse e dall’Associazione nazionale magistrati (sottosezione di Pesaro), in collaborazione con l’istituto “G.Padalino” di Fano e con vari patrocini (consiglio regionale, Provincia, Comuni di Pesaro e Fano). Borsellino ha lanciato pesanti accuse (“quella di Capaci fu una strage di mafia, ma via D’Amelio fu una strage di Stato”), ripercorrendo gli ultimi 57 giorni di vita di Paolo, quando era consapevole che sarebbe stato ucciso anche lui. Ha poi parlato della scorta dilaniata dall’esplosione, di pezzi di corpi e capelli finiti nei balconi e nei muri del quartiere. “Vi racconto queste cose non per farvi commuovere, ma per farvi indignare”.

“Parlare oggi di legalità – ha detto il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci - vuol dire mettere i pilastri di un nuovo modello di sviluppo e noi che in questo territorio abbiamo sempre avuto gli anticorpi contro le infiltrazioni mafiose, dobbiamo tenere alte le antenne soprattutto in questo periodo di difficoltà economica. L’unione delle istituzioni nella provincia è molto importante e le forze dell’ordine fanno un lavoro straordinario, ma non basta se non si diffondono i valori della legalità. Per questo, insieme all’Associazione Nazionale Magistrati, stiamo promuovendo incontri nelle scuole”. Ricci ha evidenziato come il referendum abbia espresso “una forte domanda di partecipazione, la volontà di un cambiamento e di un protagonismo nuovo, segnando anche la riscoperta del bene comune, termine che sembrava desueto, ma nell’opinione pubblica e nei giovani si è sentito il bisogno di rimettere al centro alcune parole d’ordine, tra cui il fatto che la legge è uguale per tutti. Ringrazio Salvatore Borsellino ed il Movimento delle Agende Rosse - ha aggiunto - per aver riportato al centro il concetto di legalità, bene comune della collettività”.

All’incontro è intervenuto anche il giudice del Tribunale di Pesaro Giacomo Gasparini. “L’equivoco - ha detto - è pensare che la mafia sia perfettamente riconoscibile. L’insidia principale non è tanto nella mafia che spara, che si dedica allo sfruttamento della prostituzione o al traffico di droga, ma nella cosiddetta ‘borghesia mafiosa’, persone con istruzione medio alta, che occupano posti di responsabilità nelle imprese, nelle istituzioni, nella Chiesa, nel giornalismo e in altri settori. E’ una sottosocietà con un prestigio sociale non meritato ed è deleteria perché disorienta la popolazione. Bisogna trovare la forza di dissociarsi da ambienti poco opportuni, da situazioni poco chiare”. All’incontro, in cui si è esibita una band di alunni delle scuole superiori costituitasi per l’occasione (Matteo Mattioli clarinetto, Giovanni Farina percussioni, Enrico Ribuoli chitarra, Stefano Morelli voce, Alessandro Urbinati voce), ha partecipato anche l’ex ispettore della Direzione nazionale antimafia Pippo Giordano, che ha preso la parola a Fano nel successivo appuntamento con Salvatore Borsellino nella scuola media “Padalino”, a cui hanno partecipato anche gli assessori della Provincia Renato Claudio Minardi e del Comune di Fano Riccardo Severi.  

torna all'inizio del contenuto