Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Ass.re Roberto Borgiani

Roberto Borgiani interviene sulla Finanziaria

L'Assessore provinciale interviene sulla Finanziaria per il 2003 predisposta dal governo Berlusconi.

La finanziaria per il 2003 predisposta dal governo Berlusconi produrrà conseguenze negative per la scuola. Dirette e indirette.

Quelle dirette: si tratta di un taglio alla spesa di 242,2 milioni di euro in tre anni ottenuto con la riduzione degli insegnanti (confermato il taglio all’organico di 12.000 cattedre per il 2003-2004 e ridotte le assunzioni di supplenti con il meccanismo delle 18 ore di insegnamento frontale obbligatorio); la riduzione del 5 % del personale Ata (12.500 posti in meno nel triennio); il contenimento del numero di insegnanti di sostegno all’handicap.

Già queste misure da sole basterebbero a capire quanto la scuola pubblica italiana stia a cuore a questo governo. Ma non basta. Ci sono le ricadute negative indirette. Sono quelle prodotte dalle misure contenute nella parte della finanziaria che riguarda le Regioni e gli enti locali. Con i limiti imposti dalla finanziaria sono a rischio tutti i servizi, compresi quelli di supporto alle famiglie e agli studenti per trasporti, mense, sostegno, nonché alle scuole per attività di vario genere che Regioni, Province e Comuni hanno fin qui erogato. Il mancato rifinanziamento della legge per l’edilizia scolastica completa il quadro negativo.

Dopo la beffa di una riforma seria bloccata (quella Berlinguer - De Mauro) e di una controriforma regressiva di cui non riesce a partire neppure una ridicola sperimentazione, arriva quindi il danno di un sostanzioso taglio delle spese per il sistema nazionale dell’istruzione. Impegnato com’è a far cassa, questo governo mostra il peggio di sé e dopo aver ridotto le risorse per i fondi di funzionamento delle singole scuole, riduce la disponibilità di risorse umane. Mi chiedo quali tagli saremo costretti a sopportare l’anno prossimo se, almeno nella nostra provincia, l’organico dei docenti e degli Ata è gia ridotto al minimo e la possibilità di riorganizzare, razionalizzare, ridurre la classi è praticamente pari a zero.

D’altronde c’era poco da aspettarsi da una maggioranza che considera l’istruzione pubblica come un residuo del passato e vuole metterla in concorrenza con le scuole private puntando a un suo sostanziale ridimensionamento.

Tempi bui, dunque. Dopo anni in cui, pur tra mille difficoltà, si era capito che il sistema dell’istruzione e della formazione per tutta la vita è il cardine dello sviluppo ordinato di un Paese (dal Libro bianco dell’Europa al Patto di Natale del ‘96), si è passati dalla teoria della scuola delle tre “i”, elaborata da quel fine pedagogo di Berlusconi, all’abbandono di ogni strategia che non sia il taglio delle spese.

Doveva allarmare tutti la lettura del famigerato “Patto per l’Italia”.

In quel documento il sistema educativo e formativo fa la figura del vaso di coccio e nemmeno di quelli più robusti. Dispiace solo che grandi organizzazioni datoriali e sindacali, che in un non lontano passato hanno condiviso l’opinione della centralità della formazione, hanno poi sottoscritto quel patto e non se ne sono resi conto o non hanno voluto farlo.

Ora ne paghiamo le conseguenze.

 

 

Pesaro 2.10.02

 

Roberto Borgiani

Assessore alla Pubblica istruzione

della Provincia di Pesaro e Urbino

 

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