Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: n.g.

“Risorse idriche, insieme per evitare i problemi”

Il presidente della Provincia fa il punto della situazione dopo il dibattito in Conferenza provinciale della Autonomie

PESARO. Su mandato della Conferenza Provinciale delle Autonomie Locali è stato costituito il Coordinamento Tecnico Provinciale per le risorse idriche, con la partecipazione di Regione Marche, Autorità d’ambito ottimale (Ato 1), Comuni, Consorzio di Bonifica, accanto alle principali aziende di gestione del servizio idrico locale (Megas, Aspes e Aset), che si è già messo al lavoro per affrontare in maniera adeguata quella che, periodicamente, rischia di diventare crisi idrica, sia per gli usi potabili sia per quelli plurimi. Un’indispensabile attività di monitoraggio e prevenzione su cui si è incentrato il dibattito in sede di Conferenza Provinciale delle Autonomie e a cui si ispirano le brevi riflessioni del presidente della Provincia, Palmiro Ucchielli.

 

“La questione acqua – fa notare Ucchielli – è uno dei problemi di maggior rilievo che ci troviamo, nostro malgrado, ad affrontare e che accomuna gran parte della popolazione del Centro e Sud Italia, ma che deve tempestivamente essere risolta. Nella Provincia di Pesaro e Urbino ci sono alcune aree critiche dove i disservizi nel sistema acquedottistico sono evidenti. Dai dati in possesso di quest’amministrazione emerge che il problema principale non è, come spesso si ritiene erroneamente, una mancanza della risorsa idrica o almeno questa non rappresenta la priorità assoluta. In generale, infatti, in termini quantitativi tale risorsa può essere considerata, a consumi medi costanti, quasi sufficiente: le cause delle difficoltà sono, quindi, da imputare ad altri fattori come una mancata programmazione e interconnessione delle reti d’adduzione e di distribuzione (che in alcuni casi, determinano un’insufficienza idrica) e ad una fatiscente situazione delle stesse, o di porzioni di esse, che provocano perdite estremamente consistenti (mediamente si aggirano sul 25% con punte fino al 50%)”.

“Questa situazione – sottolinea Ucchielli – è anche frutto della storica molteplicità dei gestori e del loro scarso coordinamento: basti pensare che, fino a poco tempo fa, si parlava di decine di presenze, tra aziende e Comuni. Il loro elevato numero, infatti, e le loro ridotte dimensioni hanno rappresentato uno dei principali ostacoli per l'eliminazione delle difficoltà strutturali e tecnologiche del settore. E tuttora rappresentano una delle cause principali delle disfunzioni del settore con pesanti ripercussioni sulla qualità dei servizi. La frammentazione dell'offerta, inoltre, non ha consentito il raggiungimento delle dimensioni ottimali dal punto di vista gestionale e costituisce, ancora, un limite strutturale sul quale occorre incidere per la realizzazione di una moderna ed efficace politica di gestione.

In questi anni e in questi mesi sono state raccolte molteplici informazioni sui punti critici, indispensabili per individuare i problemi principali su cui è necessario intervenire, con un primo piano degli interventi. Quest’ultimo avrà il compito di colmare il divario esistente tra il livello di servizio atteso e quello che le strutture esistenti possono ragionevolmente assicurare nel breve-medio periodo.

Schematicamente si possono individuare sul piano tecnico delle priorità d’intervento per quanto riguarda l’uso della risorsa idrica: monitoraggio qualitativo e quantitativo dei principali fiumi; collegamento degli acquedotti per la creazione di una rete provinciale; risanamento della rete di distribuzione; pulitura degli invasi presenti; revisione e razionalizzazione dei prelievi effettuati nei corsi d'acqua; installazione dei contatori nei punti di prelievo dei corsi d'acqua; installazione dei contatori a tutti i prelievi concessi dal Consorzio di Bonifica e revisione del sistema tariffario del Consorzio. E ancora: riduzione dei consumi anche attraverso adeguati metodi tariffari; creazione di nuovi piccoli invasi; realizzazione di reti duali; fertirrigazione e riutilizzo delle acque depurate nei comuni costieri; censimento e monitoraggio degli invasi artificiali, ossia i laghi”.

“Su tale progetto – incalza il presidente della Provincia – è necessario un grande sforzo tecnico e finanziario delle istituzioni. Per quanto ci compete, come Provincia, abbiamo attivato i nostri uffici assegnando al tema dell’acqua la priorità e abbiamo avviato un confronto serrato con lo Stato e la Regione che ha portato ad un primo risultato, quello, cioè, di aver visto inserito il tema della riorganizzazione dei servizi idrici tra le priorità di finanziamento dello Stato verso la Regione e gli enti locali.

Infine vorrei raccomandare, con l’approssimarsi dei periodi più critici dell’anno per quanto riguarda l’approvvigionamento idro-potabile, che è quanto mai necessaria un’opera di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al problema del contenimento dei consumi idrici, in particolar modo per scopi non strettamente necessari, quali il lavaggio dell’auto, o l’innaffiamento dei giardini. Ciò che occorre, insomma, è una partecipazione concreta e responsabile da parte di tutti alla corretta gestione della “risorsa acqua”, imprescindibile per la salvaguardia dell’ambiente e per il mantenimento di un soddisfacente livello di vita per tutti”.

 

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