Sullo stato della cava Solazzi, il servizio ambiente della Provincia di Pesaro e Urbino fa il punto della situazione con questa nota tecnica.
"La ditta Fornaci laterizi Solazzi spa di Fano è entrata in possesso dell'autorizzazione regionale 157 del 2002 per la realizzazione del progetto di sistemazione ambientale della cava di argilla con il deposito di rifiuti.
"In seguito a sopralluoghi e controlli effettuati dalla Provincia, per verificare l'ottemperanza della ditta alle prescrizioni di legge, la stessa Amministrazione ha provveduto alla revoca dell'autorizzazione regionale, avendo constatato persistenti violazioni di carattere sia gestionale sia impiantistico.
"Le ditte Fornaci Solazzi spa, titolare della cava, e Gennari soluzioni ambientali srl, titolare delle operazioni di deposito dei rifiuti, hanno fatto ricorso al Tar delle Marche che, con sentenza 41 del 2006, ha respinto i ricorsi dando così riconoscimento all'azione della Provincia.
"Stando così le cose, i rifiuti si configuravano e si configurano come 'abbandonati' oppure sottoposti a 'deposizione incontrollata'. A questo punto per il sindaco di Fano è scattato l'obbligo di rimozione e smaltimento dei rifiuti (articolo 192 del decreto legislativo 152 del 2006), in base a precisi obblighi di legge. La competenza del sindaco è partita fin dalla data della revoca dell'autorizzazione da parte della Provincia (22 gennaio 2004): pertanto il primo cittadino avrebbe dovuto provvedere, ieri come oggi, in caso di inazione della ditta, al ripristino dei luoghi, rivalendosi in un secondo momento sulla ditta inadempiente. Il sindaco, essendo la massima autorità sanitaria locale, riveste infatti una preminente e per certi aspetti esclusiva funzione di responsabile dello stato ambientale e igienico sanitario dei luoghi soggetti a inquinamento. Spetta cioè al sindaco tutelare la salute dei cittadini. Cosa che avrebbe dovuto fare in questo come in altri casi".