Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Giovanna Renzini

Rientrato da Marcinelle il pullman della Provincia

Una cinquantina di persone, tra rappresentanti istituzionali e cittadini, hanno partecipato in Belgio alla cerimonia commemorativa

PESARO – Sono rientrati da Marcinelle commossi, ma contenti per aver potuto rendere omaggio ai loro parenti, amici e conoscenti vittime della tragedia di mezzo secolo fa nella miniera belga. I cinquanta cittadini della provincia di Pesaro e Urbino partiti con il pullman alla volta del Belgio, hanno assistito, insieme a circa diecimila persone, alla toccante cerimonia di commemorazione. Guidati dai rappresentanti istituzionali (l’assessore provinciale Sauro Capponi, la presidente del consiglio comunale di Fano Marina Cucuzza, il vicesindaco di Monteciccardo Giuliano Vagnini e il presidente del consiglio comunale di Novafeltria Marco Piazzini), hanno preso parte al viaggio soprattutto ex minatori o figli di quanti emigrarono in Belgio per lavorare nelle miniere.

Alla presenza del vice ministro agli Affari Esteri Sergio Danieli e del sindaco di Charleroi, i rappresentanti delle nostre istituzioni hanno scoperto una targa in pietra arenaria delle Cesane, realizzata dall’artista Balsamini, con i nomi delle 9 vittime del territorio provinciale: Antonio Gabrielli (Casteldelci), Edo Dionigi (Colbordolo), Filippo Talamelli (Fano), Sisto Antonini (Monteciccardo), Alvaro Palazzi (Monteciccardo), Giovanni Bianconi (Novafeltria), Giuseppe Righetti (Pesaro), Giulio Pierani (Petriano), Antonio Molari (S.Agata Feltria). La targa è ospitata, insieme ad altre, nel “Muro del ricordo”, uno spazio che la direzione del Museo ha lasciato appositamente per consentire ad ogni paese con vittime nella tragedia di commemorare i propri defunti.

Come evidenzia l’assessore Sauro Capponi, che ha la delega ai rapporti con i cittadini della Provincia di Pesaro e Urbino nel mondo, “il viaggio a Marcinelle ha permesso ad una cinquantina di cittadini del nostro territorio di ritornare nei luoghi in cui hanno vissuto la loro infanzia e giovinezza. Alcuni, figli di emigranti, hanno ritrovato parenti e persone care, altri hanno avuto l’opportunità di tornare in Belgio dopo trenta, quarant’anni. Un’esperienza toccante”. 

 

 

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