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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Ricci versione pop nella serata social

Il presidente tra passato e presente: mix di interazioni e bilanci

PESARO – Sarà il format da amministrazione pop o l’atmosfera ‘social-casual’ di Palazzo Gradari. Fatto sta che Matteo Ricci infila una serie di tweet, nella serata del facebook raduno, sospesi tra passato e futuro. Dentro c’è un po’ di tutto: aneddoti e retroscena, vita privata e lato pubblico del personaggio. Dal mix, tra bilanci e interazioni, spuntano gli scenari: «Rafforziamo i Comuni mettendoli insieme. Ragioniamo per bacini omogenei anche nella provincia. Dimezziamo le Regioni, bisogna riorganizzarsi per macroaeree. Le Marche, con un milione e mezzo di abitanti, in questo contesto non hanno la forza di avere un ruolo nazionale, proiettarsi nella globalizzazione con decisione. Abbiamo due strade: scegliere un rapporto più stretto con l’Emilia Romagna e potenziare il versante adriatico. Oppure, ed è l’ipotesi che mi convince di più, costruire sempre più una rete con Umbria e Toscana. I tratti comuni di civismo e modelli di sviluppo ci sono. Non si può più andare avanti da soli. Aprire ragionamenti del genere non è facile, ma ci credo». Ricorda il passaggio di consegne: «Ucchielli teneva l’aria condizionata al massimo, io la detesto. Chiudeva le finestre, io ho aperto tutto. Ma è stato discreto e non si è mai intromesso, neanche quando ho preso decisioni in discontinuità con la sua gestione». Passaggio sulla lite con l’ex presidente Megasnet: «La mia segretaria ha sgranato gli occhi, non mi aveva mai sentito urlare così. In Italia nessuno vuole perdere la poltrona, ma non avrei mai pensato che qualcuno chiamasse addirittura la polizia. L’azienda andava male, aveva un bilancio in rosso. Dopo avere azzerato il cda, Megasnet è tornata a fare utili». Ciclabili, piano strategico, crisi. Poi la lunga pagina delle manifestazioni eclatanti, ‘made in Ricci’, «per accendere i riflettori sul territorio» e aiutare «la periferia dell’impero a uscire dall’isolamento mediatico». Così scorrono i video: notti in tenda alla Guinza, maglie azzurre in piazza listate a lutto contro i tagli agli enti locali, buche ‘impacchettate’ e spedite a Roma. Alla fine, dopo aver ripercorso il bilancio dell’ente («ci hanno tagliato tutto, azzerando i trasferimenti, ma andiamo avanti con 3 priorità: tuteliamo il personale e tamponiamo su strade e scuole»), il pensiero ritorna all’emergenza lavoro: «Le leve che abbiamo sono poche, quando si apre un tavolo anticrisi i problemi sono tanti. Ma da inizio mandato ci abbiamo messo ogni energia, seguendo più di 100 trattative. Quando riesci a dare un contributo per risolvere i problemi è una grande soddisfazione. Sono spesso persone che conosci, magari hanno giocato a calcio con te. Un esempio andato a buon fine? La Tallarini. Uno negativo? La Morbidelli. Non dobbiamo mollare perché stiamo ancora meglio di altre realtà ma la coesione sociale è a rischio anche qui». Perciò, conclude rivolgendosi al moderatore Michele Romano, la politica deve ritrovare «la capacità di avere un pensiero lungo. Siamo alla vigilia della programmazione europea 2013-2020. L’Europa progetta, non improvvisa. Da questo, e dalla ricerca dei fondi comunitari, nasce anche il lavoro sul nostro piano strategico per lo sviluppo del territorio».

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