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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Ricci presenta il Piano strategico: «Dalla visione agli atti amministrativi concreti»

«Provincia 2020. Progetti per una comunità più felice», le linee di indirizzo il 28 luglio in consiglio provinciale

PESARO – La dimensione della concretezza, per Matteo Ricci, è racchiusa nel voluminoso fascicolo che contiene le linee di indirizzo del Piano strategico provinciale, appena approvate dalla giunta dopo un anno e mezzo di lavoro e concertazione. Un documento che il presidente guarda con orgoglio, perché «se a inizio mandato abbiamo lanciato una vera e propria sfida culturale, ora arriviamo agli atti amministrativi veri e propri». La linea: «In un momento di difficoltà come quello attuale, sia sul piano economico-sociale che su quello amministrativo, per noi non è sufficiente guardare solo alle indispensabili azioni di resistenza. E’ gran parte del lavoro che quotidianamente facciamo, ma le amministrazioni lungimiranti, proprio nelle situazioni come queste, devono buttare il cuore oltre l’ostacolo. Provano a progettare e ad aggredire il futuro».  Ripercorre la genesi: «Le linee di indirizzo sono il risultato di una vasta fase di concertazione – continua -, all’interno di un percorso partecipativo che ha coinvolto enti, associazioni, cittadini e tutti i livelli della società civile». Non solo: «All’interno del festival della felicità, sul tema, ci sono stati momenti di confronto internazionale. D’altro canto, parliamo del nuovo modello di sviluppo e i ragionamenti che facciamo per il nostro territorio sono anche quelli che la politica fa nel mondo, in particolare in Europa». Da oggi, si passa dall’ideazione della visione al risvolto concreto: «Non è un testo blindato. La proposta che presentiamo – aggiunge - sarà discussa, modificata, integrata dai consiglieri e dalle commissioni e, mi auguro, verrà approvata nel consiglio del 28 luglio». Tutto passa dall’accordo con l’Istat, «che ha scelto Pesaro e Urbino come provincia capofila in Italia per la sperimentazione e misurazione dei nuovi indicatori del benessere», attraverso il Piano strategico: «E’ anche un elemento di verifica per l’obiettivo dichiarato, puntare alla leadership della qualità della vita nel il 2020». Parentesi non secondaria, riscontrata nella fase di partecipazione: «In un momento in cui vengono messe in discussione le Province – evidenzia il presidente -, il paradosso è che ci viene chiesta più Provincia. Cioè quella istituzione di area vasta utile ai Comuni, all’economia, alla pianificazione e alla gestione dei servizi che tutti invocano…». Poi presenta proposte e analisi del documento, in primis urbanistiche. Perché se «Provincia 2020 è la cornice che comprende i piani settoriali, quello più importante, su cui ci concentreremo dal prossimo settembre, è il nuovo piano territoriale di coordinamento, lo strumento urbanistico a cui tutti i Piani regolatori si devono adeguare». Con i paradigmi «costruire nel costruito», «costruire bene e meglio», «efficienza energetica obbligatoria sui nuovi edifici», «pianificazione per bacini omogenei», oltre agli indirizzi per la politica urbanistica del territorio su strade, treno, ciclabili («Infrastrutture del benessere»), nuovo ospedale («Riportiamo lo studio fatto per la Regione, riconducendolo in ambito provinciale e legandolo al ruolo degli ospedali di polo»). Più le schede progetto,  in ambito infrastrutturale, che corrispondono allo sviluppo dei prossimi decenni, dalla Fano-Grosseto alla Pedemontana. Cita la triade «green economy», «turismo», «domotica» da affiancare alla manifattura per il rilancio dell’economia. Poi la sottolineatura: «Bisogna avere lo sguardo molto lungo, ma dentro questo orizzonte ci sono delle priorità. Progettare è l’unico modo per provare a intercettare risorse. Con il Piano strategico ci stiamo attrezzando per essere più forti in vista della programmazione fondi comunitari 2013-2020. Se vogliamo cogliere più opportunità dall’Europa, dobbiamo arrivare all’appuntamento preparati, con 5-6 grandi progetti. Pianificare adesso significa anche essere competitivi nella ricerca dei finanziamenti». Alza il livello della discussione: «C’è la volontà di essere una provincia nazionale. Non sempre, in questo Paese, le cose migliore accadono nei grandi centri. Ma abbiamo bisogno di continuare a accendere i riflettori sul territorio per essere competitivi». Approfondimento sulla ferrovia: «Il tema è collegarci meglio ai nodi dell’alta velocità. A nord, il potenziamento della Bologna-Bari, prima o poi, verrà fuori. E da Pesaro a Termoli la ferrovia è in riva al mare. Nell’assetto attuale, dunque, il potenziamento non è possibile: c’è un problema di erosione. Insieme alla Provincia di Ancona abbiamo proposto l’arretramento della ferrovia nel corridoio lasciato libero in origine per l’arretramento dell’autostrada. Evidentemente, oggi, non ha senso mantenere quella previsione visto che si sta facendo la terza corsia. La visione ha valenza anche perché è un progetto interregionale: significherebbe collegare il porto di Ancona all’alta velocità di Bologna». L’altro nodo del treno è a ovest: «Collegare meglio Urbino e le aree interne verso Roma. Proponiamo la “Y”, con la Fano-Fossombrone-Urbino e il prolungamento della Pergola-Fabriano. La priorità delle priorità? riuscire a portare la stazione del treno già a Fossombrone cambierebbe drasticamente la mobilità della provincia. Per 200mila persone, intanto, Fossombrone diventerebbe la stazione delle aree interne. Poi l’obiettivo è arrivare a Urbino…». L’assessore Tarcisio Porto, che ha coordinato il lavoro del Piano per la giunta, rimarca: «Anche le aste fluviali sono corridoi. E saranno considerate come fasce omogenee,  dove realizzare infrastrutture leggere come le piste ciclabili. Sul Foglia c’è gia un progetto fino a Sassocorvaro. E c’è la volontà di tracciare urbanisticamente la mobilità ciclabile sul Metauro, a partire dalla riqualificazione del sedime della vecchia ferrovia, che non verrà tolto ma coperto per funzioni di mobilità urbana e interrurbana». Su Pesaro e Fano la chiosa di Ricci: «Serve impostare ragionamenti comuni in ambito urbanistico. Uno dei temi è quello del nuovo ospedale, l’altro aspetto è la mobilità. E’ necessaria una impostazione nuova, così come per gli altri bacini omogenei individuati. L’idea che in ogni Comune deve esserci per forza tutto, come è stato in passato, è da superare. E’ un lavoro difficile, anche dal punto di vista culturale. Ma l’approccio di certo è innovativo, come ci è stato riconosciuto…».

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