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Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Ricci: «Bene fusioni Comuni, ora una vera riorganizzazione regionale»

Il presidente sull’esito del referendum nell’Anconetano: «Segnale positivo». Doppio fronte regionale e provinciale per il rilancio dell’associazionismo: «Subito un disegno di legge per gli incentivi»

PESARO – «Un bel segnale per le Marche. Avanti su questa strada». Matteo Ricci plaude all’esito del referendum consultivo sulla fusione di Castel Colonna, Monterado e Ripe, nella provincia di Ancona. E rilancia il processo di riassetto istituzionale sul doppio fronte, regionale e provinciale.
Oltre le resistenze. «I cittadini spesso e volentieri sono più avanti delle resistenze campanilistiche – nota il presidente –. I sindaci dei 3 Comuni dell’Anconetano sono stati coraggiosi». La fase è decisiva perché «questo è il momento di riorganizzare l’assetto istituzionale delle Marche in maniera organica. Già alla fine di marzo, nella Conferenza delle autonomie locali, abbiamo avanzato una proposta chiara alla Regione». In quella occasione, l’assemblea votò una cornice di riassetto modellata sugli ambiti sociali per lavorare su un «associazionismo a tre velocità»: convenzioni, unioni e fusioni. Prevedendo margini di elasticità nelle scelte, risultanti dal confronto tra sindaci e amministratori. «Indietro non si torna – va avanti Ricci -. Anche perché ora, tra tagli e spending review, si sopravvive solo facendo massa critica». Per cui «serve una legge regionale che incentivi maggiormente le fusioni e le unioni. E disincentivi la volontà di non associarsi». Il processo è inevitabile: «Ormai si tratta di un elemento essenziale della difesa del modello marchigiano. Se non riorganizziamo l’assetto istituzionale verrà meno la coesione sociale». Di qui, la nuova proposta di Ricci ad Ancona: «Costituiamo un gruppo di lavoro misto tra amministratori locali e Regione, presieduto dal governatore Spacca, che possa da subito lavorare su un disegno di legge regionale».
Pesaro e Urbino. La scelta dei 3 Comuni dell’Anconetano, per il presidente della Provincia, va vista come «azione virtuosa». Anche per Pesaro e Urbino: «Spingerò perché l’esempio dei 3 Comuni anconetani venga seguito e replicato anche nel nostro territorio. Già ci sono dibattiti in corso sia a Pian del Bruscolo, sia nel Montefeltro tra Piandimeleto, Belforte all’Isauro e Lunano. In più, un passo importante e netto è stato fatto dalla Conferenza delle autonomie locali. Con le Province che saranno più deboli, se non vogliamo indebolire i territori abbiamo bisogno di Comuni più forti. Ma 60 Comuni nella nostra Provincia e 239 nelle Marche, così come li abbiamo conosciuti finora, non reggeranno più». La conclusione inevitabile del presidente è che «serve un processo di riforma, sia dal basso che dall’alto, per cambiare il modello istituzionale e ripensare il modello di sviluppo marchigiano. Proseguiamo su questa linea».

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