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Origine: Informazione e stampa - Autore: ufficio stampa

Ricci a Pivato: «Facciamo dell’Università di Urbino il centro europeo che studia la felicità»

Il presidente della Provincia propone l’Ateneo come pensatoio del nuovo modello di sviluppo

Magnifico Rettore,
il percorso che abbiamo intrapreso con il nostro Piano strategico farà della provincia di Pesaro e Urbino, grazie all’accordo con l’Istat, il territorio pilota per la progettazione e la misurazione del benessere. Un’esigenza - nata dalla necessità di ripensare il nostro modello di sviluppo alla luce della crisi economica - che può dischiudere nuove opportunità e orizzonti anche all’ateneo di Urbino. L’Università Carlo Bo, infatti, ha tutta le necessarie credenziali per diventare a tutti gli effetti l’università che studia la felicità e il primo pensatoio europeo dedicato all’analisi delle fondamenta del benessere in tempi di crisi. Penso alle tante facoltà autorevoli presenti, all’interno delle quali potrebbero essere attivati corsi sperimentali, master, borse di studio e altri percorsi che amplierebbero l’offerta didattica dell’Ateneo, caratterizzandolo sempre più in ottica internazionale. E’ sicuramente una proposta ambiziosa, ma non impossibile per un’università che ha già intrapreso, grazie a una gestione lungimirante, politiche votate ad ampliarne la connotazione internazionale e a consolidarne l’appeal nel panorama nazionale. Una guida solida - verso la quale non posso che esprimerle il mio  massimo apprezzamento - che ha rafforzato anche il rapporto tra il mondo dello studio e le istituzioni locali. Proprio questa sinergia rappresenta oggi un passaggio fondamentale. In epoca globale, infatti, le strategie del territorio provinciale e dell’Università Carlo Bo sono contraddistinte da necessità e interessi comuni, dove si legano ambiti differenti - dal futuro delle nuove generazioni al lavoro, passando per competitività e ripresa economica - che ora sembrano sospesi e attendono di essere meglio definiti e declinati. Con il piano strategico «Provincia 2020. Progetti per una comunità più felice», lanciato lo scorso anno, abbiamo avviato un confronto che ha anticipato l’importanza di un dibattito decisivo per il nostro futuro. Cosa ci aspetta dopo il tornante della grande crisi? Dobbiamo indicarlo con chiarezza. Serve riappropriarci di una direzione in grado di delineare il nostro nuovo modello di sviluppo, alla luce dell’attuale congiuntura economica. Uno dei mali peggiori che attraversa il nostro Paese è la sensazione di galleggiare in un eterno presente: c’è la difficoltà  a riferirsi ai valori del passato, troppo spesso dimenticati. Ma manca anche la capacità di mettere in campo una visione orientata al futuro, un disegno in grado di ripensare le stesse basi della nostra comunità. Si tratta proprio di progettare e misurare le nuove fondamenta del benessere, visto che gli strumenti finora utilizzati non bastano più. Oltre alla crescita – fondamentale, perché altrimenti mancano occupazione e redistribuzione – abbiamo ora bisogno di definire il nuovo modello di sviluppo e di un indice in grado di misurare altri indicatori fondamentali per una comunità: valori come quelli della sanità, dell’istruzione, dell’ambiente, della sicurezza e delle disuguaglianze. Proprio su questo stiamo lavorando con il nostro Piano strategico «Provincia 2020: progetti per una comunità più felice» . E’ certamente un tema che ha trovato il riscontro della sua attualità nel dibattito intrapreso da noti economisti e studiosi all’interno della Commissione Europea. E che anche le politiche del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e del premier britannico David Cameron hanno ripreso con forza. In Europa, infatti, dobbiamo pensare alla qualità della crescita più che alla sua quantità, visto che i nostri tassi di incremento sono ormai sensibilmente inferiori rispetto a quelli di altri continenti. In questo contesto, ci siamo proposti come avanguardia nazionale, tanto che lo stesso Sole 24 Ore ha titolato: «La felicità si misurerà a Pesaro e Urbino». Lo spirito della mia proposta dunque, è quello di cogliere una sfida complessa ma affascinante, come quella che attende chi vuole interrogarsi sulla felicità e su quella parte di scelte pubbliche che possono incidere sulla sfera personale dei cittadini. E’ certo una missione che può restituire dignità alla pubbliche amministrazioni. Ma anche un nuovo umanesimo che rimette le nuove generazioni al centro di una visione futura.  

Matteo Ricci
Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino     

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