Comunicati stampa | Dalla Provincia

“Registro delle convivenze”, interviene Simonetta Romagna

L'assessore alle pari opportunità condivide la proposta di Monica Manenti e delle consigliere Ds

“Condivido pienamente e appoggio la proposta di Monica Manenti e le consigliere Ds del Comune di Pesaro di dare attuazione alla disposizione vigente già da ben 52 anni riguardante l’istituzione di un registro delle convivenze. Credo che anche da parte di chi non condivide DICO, non dovrebbe esserci opposizione, se non ideologica, ad un provvedimento che prende atto di ciò che già esiste largamente nella società anche pesarese. Sono convinta che sia assolutamente indispensabile mettere da parte ideologie e pregiudizi per riflettere insieme, cattolici e laici, su quale è la condizione in cui attualmente vive la famiglia italiana che purtroppo non è affatto, in larga parte, il fondamento portante della nostra società.

Non si sostiene l’istituzione famiglia chiudendo gli occhi di fronte alle trasformazioni che hanno subito il ruolo genitoriale e i rapporti di coppia.

Non si aiutano i giovani a credere nella famiglia non aprendo una grande riflessione su come si affrontano i loro problemi esistenziali che non riguardano solo la casa, il lavoro, lo stipendio, ecc., pure importantissimi.

Bisogna confrontarsi su cosa significano oggi l’amore, la solidarietà, lo spirito di sacrificio, la tolleranza, il riconoscimento delle differenze e il rispetto degli altri, tutti elementi che non riguardano solo la famiglia tradizionale, ma qualsiasi nucleo familiare che si basa su una comunità di affetti.

Mi pare invece che oggi ci preoccupiamo solo o prevalentemente di quanto ci costeranno le pensioni di reversibilità, i permessi di soggiorno, le graduatorie delle case popolari.  Certo sono problemi di grande importanza per il bilancio pubblico, ma non ci dice niente il fatto che fra i giovani i matrimoni tradizionali diminuiscono e le convivenze aumentano?

Perché pensare che ciò sia dovuto solo all’insicurezza dei giovani, alla loro superficialità, alla fragilità dei sentimenti? Perché non riflettere anche sul fatto che forse il modello di famiglia che hanno di fronte non è poi così attraente, rassicurante, convincente?

Allora, il problema è troppo serio per affrontarlo con pregiudizi ideologici o per farlo decidere alle gerarchie ecclesiastiche, che hanno tutto il diritto di consigliare i loro fedeli, ma non di imporre a tutti i cittadini e le cittadine un loro modello di vita”.

 

Simonetta Romagna

 Assessore alle Pari opportunità

Provincia di Pesaro e Urbino

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