Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

«Rc auto, scelta dolorosa ma inevitabile»

Renato Claudio Minardi: «Costretti malvolentieri alla decisione. Rivedere e correggere il federalismo»

PESARO – Consiglio provinciale monopolizzato in mattinata dalla discussione sulla variazione dell’aliquota Rc auto. Passa la delibera di giunta con 19 voti favorevoli. Molto compatta, dunque, la maggioranza e astensione dell’Udc (voto contrario di Pdl e Lega). Per l’assessore Renato Claudio Minardi, la scelta del ritocco (dal 12.5 per cento al 16 per cento) è dolorosa ma inevitabile: «Tutte le Province si trovano nella stessa condizione, indipendentemente dal colore politico. Con i tagli della Finanziaria gli enti locali sono in ginocchio. Ci saremmo aspettati la tenuta dei conti pubblici a livello centrale, ma il debito pubblico lievita a dismisura. Noi facciamo sacrifici, mentre i flussi di spesa, da Roma, vanno avanti come prima». Minardi ripercorre la linea dell’amministrazione («Sobrietà, rigore, risparmi»), poi cita «il lavoro sul fronte misure anticrisi e lotta all’evasione fiscale». Infine: «La misura è stata presa malvolentieri. E’ figlia di un federalismo che allo stato attuale non porta soluzioni. Prima bisognava fare la riforma dello Stato. Se arriveranno nuove entrate, anche con il piano delle alienazioni, ci saranno risposte maggiori sulla manutenzione di strade e scuole. C’è la necessità di mettere al riparo il nostro bilancio dai rischi, perchè è uno strumento di lavoro, programmazione e intervento. Abbiamo cercato in tutti i modi di evitare l’aumento, ma non potevamo fare diversamente». Critica la minoranza. Il capogruppo Pdl Antonio Baldelli legge l’ordine del giorno dell’opposizione con la richiesta di revoca della delibera (poi bocciato, con l’astensione dell’Udc), aggiungendo: «Cominciamo a dare noi il buon esempio prima di aumentare le aliquote: riduciamo del 30 per cento indennità e gettoni di presenza». Franca Foronchi (Pd): «Aumentare le tasse non piace a nessuno. La scelta dolorosa nasce dalla consapevolezza che il bilancio provinciale è un mezzo fondamentale per fare investimenti su strade e scuole. Non sarà purtroppo un episodio isolato nel Paese: è solo l’inizio di quello che ci aspetterà in futuro a causa di questo federalismo unilaterale». Mattia Tarsi (Pdl): «La scelta non è stata condivisa, nessuno è stato avvisato. Non mi interessa cosa fanno le altre Province: è una delibera “silenziosa”, non annunciata, che colpisce le fasce più deboli». Daniele Tagliolini (Pd): «Ridurre indennità e gettoni? Ci sono consiglieri-amministratori che sono qua a costo zero. La proposta va fatta sul piano nazionale e deve essere parametrata in base al livello di retribuzione». Se Daniele Lunghi (Lega) auspica una strada contrassegnata da «riduzione dei costi della politica, revisione del patto di stabilità, definizione dei costi standard della pubblica amministrazione e approvazione del codice delle autonomie», Marcello Mei (Udc) nota che «l’aumento dell’aliquota è solo il primo dei frutti avvelenati del tanto decantato federalismo fiscale. Come l’Udc ha fatto notare più volte, questo federalismo fiscale porterà solo un aumento della tassazione locale e non certo benefici per i cittadini». Domenico Papi (Pd): «Amministrare in questi tempi è un esercizio complicato. Vedo un disegno per mettere in difficoltà gli enti locali, che faticano a rispondere, in queste condizioni, ai bisogni dei cittadini. Un attacco anche alla politica…». Massimo Papolini (Idv) e Renzo Savelli (Rc) auspicano la «prosecuzione della lotta all’evasione fiscale e la distribuzione dell’eventuale avanzo sui comparti più bisognosi della popolazione». Il presidente Matteo Ricci chiude il capitolo Rc auto: «Abbiamo fatto di tutto per non prendere questa decisione. Ma non è stato possibile: siamo stati, purtroppo, costretti. La discussione che c’è da noi è ovunque. D’altro canto basta leggere tutti i quotidiani nazionali. I titoli che campeggiano, a caratteri cubitali, sono: “Rivedere il federalismo”; “Correggere il federalismo”. Mesi fa abbiamo detto che con la Finanziaria ci sarebbero state più buche nelle strade e meno soldi per le scuole. Ora i nodi vengono al pettine. Più di un terzo dell’ultima manovra si è ripercossa sugli enti locali. Sono un federalista convinto, ma fatto così produce solo tasse. Non è stato comunicato in tempi brevi? Abbiamo avuto solo 10 giorni per decidere, per effetto dei meccanismi di scadenza introdotti dal decreto e dalla circolare. Da qui alla fine dell’anno tutte le Province, per necessità, decideranno in questo senso. Con quei soldi sopravviviamo. E proviamo a chiudere le buche nelle strade…».
Vicenda rifiuti campani. Per Roberto Giannotti (Pdl), che presenta un ordine del giorno sul tema, «il comportamento della Provincia non è stato esente da errori. L’assessore Porto, nel tavolo tecnico verbalizzato il 20 maggio, si è detto disponibile a trattare per le 1500 tonnellate. Condivido le contestazioni alla Regione, ma se è accaduto è anche perché è stata data disponibilità. Censuriamo la Regione per l’iniziativa unilaterale ma la Provincia non poteva dire che non sapeva: perché Porto non si è opposto in sede di tavolo tecnico?».
Ma Matteo Ricci: «Il senso di responsabilità non si può confondere con l’assenso preventivo. Non diciamo no a prescindere. Il nostro atteggiamento ai tavoli è stato interlocutorio. Per l’autorizzazione ci vuole una delibera di giunta. Quindi, di che retromarcia stiamo parlando? La questione non si affronta né per rapporti personali, né per appartenenza a un partito. Sbaglia Donati a esporsi per amicizia. Con queste condizioni non autorizziamo niente, la vicenda è chiusa. Se poi c’è un piano serio per l’autonomia della Campania che parte dalla prefettura, dalla Regione Campania e dal Governo e coinvolge tutte le Regioni nessuno può sottrarsi. Con un meccanismo chiaro, però: solidarietà nazionale, solidarietà regionale». Non passa l’ordine del giorno del Pdl, che chiede la censura non solo di Donati ma dell’intera giunta regionale e impegna la Provincia a esprimere alla Regione contrarietà sullo smaltimento nelle discariche del territorio. Su due punti non c’è l’accordo: Ricci considera la vicenda chiusa e non vuole riaprire la polemica con la Regione. L’altro nodo, sottolineato dal presidente: «Il nostro è stato un “no” nel merito e non a prescindere».

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