Comunicati stampa |
Origine: Informazione e stampa - Autore: Francesco Nonni

Provincia 2020, Ricci fa il pieno a teatro

Il presidente tra difficoltà del presente e progetti per il futuro: «Una sfida per il territorio»

PESARO –  «Vogliamo dire dove stiamo andando. Il traguardo è una comunità più felice: magari non ci arriveremo, ma intanto prendiamo una direzione». A metà strada c’è già una notizia: alle prese con la gestazione del Piano strategico, Matteo Ricci riempie il ridotto del Rossini e conferisce al teatro il carattere di polis. Perché è l’«agorà» nella sua dimensione politica, non un «one man show» dell’epigono di Robert Kennedy («Il Pil misura tutto tranne ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta») e l’effetto partecipazione è assicurato. Contributi e suggerimenti dalla platea magari sopra le righe ma passionali, se è vero che «il concetto di felicità coincide in buona parte con la sfera privata degli individui» e ognuno la vede a modo suo. Nel frattempo, però, si è aperto il dibattito sulla «parte di scelte pubbliche che incidono sul benessere personale». E termini come «Ptc», «Piani di settore» e «Piani regolatori» conquistano spazio nel vocabolario quotidiano. Il filo conduttore è il paradigma del presidente della Provincia: «E’ vero, c’è la crisi. Ma non sono un amministratore delegato e voglio dare una visione per il futuro del territorio. E’ questo il ruolo della politica…». Non si guarda alla teoria, ma alla pratica: «La collaborazione con l’Istat – spiega - conferisce concretezza al progetto. Hanno scelto noi per misurare in Italia i nuovi indicatori del benessere. Il tema è la qualità della crescita: i parametri sono la salute, la sostenibilità, l’aspettativa di vita, la sicurezza sociale, la partecipazione, il livello delle relazioni e quello delle disuguaglianze. Tutti fattori che saranno monitorati nel nostro territorio: la felicità sarà misurata a Pesaro». C’è anche l’aspetto urbanistico: «Il Ptc, architrave del Piano, conterrà i vincoli del futuro. Non possiamo continuare a vedere la realtà con gli occhi degli anni ’90. Nel frattempo sono cambiate le cose». E ancora: «E’ un libro dei sogni? Se non abbiamo progetti, non possiamo inserirci nella programmazione delle risorse comunitarie. Pianificare è un’esigenza: non ottimismo sciocco, ma determinazione». Ricci gioca in casa. E oltre alle note delle viole dell’orchestra “Rossini” Paolo Principi e Michele Vagnini, trova la sponda del vicepresidente Davide Rossi, del vicesindaco Giuseppina Catalano e degli assessori comunali Andrea Biancani e Gloriana Gambini. Poi la raffica di contributi, da cittadini e comitati: «Quale sarà lo spazio della cultura nel Piano?»; «La Provincia prenderà una posizione definitiva a favore dell’acqua pubblica?; «Partiamo dalla qualità dei pensieri»; «Costruiamo un brand per il territorio». Assist che Ricci raccoglie prima dei titoli di coda: «Il marchio per il turismo va definito sulla qualità della vita. L’intero lavoro sul Piano è caratterizzato da una grande sfida culturale. E siamo contro il decreto Ronchi. Intanto rafforziamo la dimensione pubblica con il meglio che oggi c’è in Italia. Grazie al manager dell’Acquedotto pugliese, la più grande muncipalizzata d’Europa, al vertice di Marche Multiservizi (il riferimento è a Ivo Monteforte, ndr). Non vogliamo certo subire gli eventi ma essere protagonisti...».

torna all'inizio del contenuto