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Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Proposta di legge finanziaria 2005

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2005)

Documento approvato dall’assemblea dei sindaci e dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino nel corso dell’incontro tenutosi in data 12 ottobre 2004 nella sala del Consiglio Provinciale

 

 

Disegno di legge AC 5310/2004

 

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2005)

 

 

Il disegno di legge finanziaria presentato dal Consiglio dei Ministri il 29 settembre 2004 non presenta elementi di novità rispetto al passato. Esso è stato infatti elaborato sulla base della strategia politica centralista impostata dall’Esecutivo che ha portato ad un arretramento delle autonomie locali in termini di effettiva capacità di programmare liberamente la propria attività e i propri investimenti sul territorio di competenza per lo sviluppo delle realtà locali.

 

Rimangono ancora irrisolti infatti tutti i problemi più volte evidenziati in passato:

 

Piena attuazione del federalismo fiscale e dell’art. 119 della Costituzione;

 

Revisione della normativa relativa al patto di stabilità interno con meno vincoli per le autonomie locali;

 

Attribuzione di risorse umane e finanziarie adeguate per lo svolgimento delle nuove funzioni attribuite a seguito del decentramento amministrativo;

 

Conferma per il 2005 dei trasferimenti erariali 2004 incrementati del tasso di inflazione programmata con anche il recupero e consolidamento dell’incremento per inflazione programmata 2003;

 

Copertura dei costi della contrattazione collettiva nazionale per il trattamento giuridico ed economico del personale dipendente.

 

La proposta di finanziaria pone come obiettivo programmatico un deficit effettivo del 2,7% del PIL con un aggiustamento di 24 miliardi di euro pari, rispetto all’andamento tendenziale 2005, al 4,4% del PIL.

 

Per il raggiungimento di tale obiettivo il Governo coinvolge di nuovo pesantemente il sistema delle Autonomie Locali modificando le regole del patto di stabilità in senso peggiorativo per gli Enti e assoggettando a tale normativa anche i comuni di piccole dimensioni che prima ne erano esenti.

 

L’art 6 del provvedimento in esame prevede che per l’anno 2005 il complesso delle spese correnti e delle spese in conto capitale di ciascun Ente, sia in termini di competenza che di cassa, non potrà essere superiore al corrispondente ammontare di spese dell’anno 2003 incrementato del 4,8%.

Per gli anni 2006 e 2007 la percentuale di incremento dovrà essere del 2%.

Tali limiti di spesa potranno essere superati solo per spese di investimento e nei limiti delle maggiori entrate derivanti da maggiorazioni di aliquote e tariffe delle imposte e tasse locali.

 

E’ facilmente comprensibile che tali misure porteranno ad un ridimensionamento dell’attività degli Enti che si rifletterà per la Provincia sulla spesa corrente e d’investimento riguardante gli edifici scolastici, la sicurezza delle strade, la qualità dell’ambiente la messa in sicurezza del territorio la funzionalità dei centri per l’impiego e la formazione, le attività culturali e di sostegno alle attività produttive e all’individuo.

 

Da una rilevazione effettuata dall’UPI nazionale è emerso che per le sole province il taglio alle spese per investimenti, attraverso l’applicazione del 4,8% sui dati di rendiconto del 2003, sarà di ben 1.400 milioni di euro il che avrà come risultato il blocco anche di opere già programmate in passato con evidenti impatti economici sul sistema delle imprese locali.

 

Per quel che riguarda i comuni l’ANCI Marche ha stimato che l’applicazione della finanziaria comporterà una riduzione della spesa per investimenti pari a 13 euro per ogni cittadino residente.

 

E’ chiaro che i provvedimenti adottati dal Governo hanno affossato l’autonomia degli Enti locali calpestando anche i principi costituzionali che garantiscono piena autonomia ai nostri Enti con una impostazione ideologica che denuncia una completa sfiducia nei confronti dell’operato degli organi di governo locale, peraltro legittimati dal voto dei cittadini che gli hanno eletti.

 

E’ per questo che esprimiamo la nostra netta contrarietà anche a questa nuova manovra finanziaria.

L’inaccettabilità deriva anche dal fatto che, come già detto in passato, l’intero sistema delle Autonomie Locali, spesso demonizzato, si è invece sempre dimostrato capace di rispettare complessivamente le regole del patto di stabilità interno realizzando gli obiettivi programmati.

I bilanci degli Enti sono nella loro quasi totalità bilanci sani ed in attivo.

Pertanto, allineandoci a quanto già proposto da Lega delle Autonomie, ANCI e UPI chiediamo:

1)Di realizzare in tempi rapidi il federalismo fiscale rifiutando ulteriori proroghe;

2)Di conoscere le elaborazioni e le proposte dell’Alta Commissione per il federalismo fiscale e di prevedere misure, già nella Legge finanziaria 2005 – 2008, che pur con gradualità perseguano una piena autonomia e responsabilità degli Enti locali superando l’attuale sistema dei trasferimenti; in particolare

a)con “compartecipazioni” IRPEF o IVA, sulla base di un meccanismo dinamico collegato alle basi imponibili ed attivando misure perequative,

b)unificando nell’ICI tutte le imposte e tasse che gravano sugli immobili, cancellando il rinvio del passaggio del catasto ai Comuni.

3)La revisione dei criteri del Patto di Stabilità che impediscono interventi possibili per lo sviluppo dei nostri territori; escludendo gli investimenti dal tetto di spesa del 4,8% e dal calcolo del disavanzo, tenendo altresì conto dei costi del nuovo contratto di lavoro dei dipendenti.

4)Escludere, come per il passato, dai vincoli del Patto di Stabilità i Comuni sotto i 5.000 abitanti.

5)La conferma per il 2005 dei trasferimenti erariali 2004, incrementati del tasso di inflazione, recuperando, per il Fondo ordinario, il consolidamento dell’incremento pari al tasso di inflazione programmato 2003.

6)Di individuare meccanismi di perequazione dei trasferimenti erariali che tengano conto anche dell’andamento demografico dei comuni attribuendo maggiori risorse a quelli che hanno visto crescere numericamente i loro cittadini in questi ultimi anni;

7)Di destinare interventi speciali e risorse aggiuntive soprattutto ai Comuni minori, montani, all’associazionismo ed a quelli con dotazione pro-capite sotto la media nazionale istituendo anche un apposito fondo che permetta agli stessi di attivare risorse aggiuntive comunitarie, statali e regionali ove sia richiesto un coofinanziamento dell’Ente;

8)Di garantire la spesa reale del Servizio Sanitario Nazionale, anche per evitare l’introduzione di ticket per le persone anziane ed i soggetti con patologie croniche.

9)Di assicurare agli Enti locali e alle Regioni corrispondenti risorse di beni, servizi e personale per l’esercizio delle nuove funzioni trasferite con il federalismo amministrativo Superare il vincolo che prevede l’utilizzo delle imposte locali solo per una diminuzione dei trasferimenti o per investimenti, prevedendo la facoltà di decidere autonomamente; istituendo anche imposte e tasse facoltative di scopo.

Riteniamo indispensabile l’accoglimento di queste nostre richieste anche e soprattutto per i pesanti effetti negativi che l’attuale formulazione della legge finanziaria produce sulle attività economiche del territorio e sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini in un momento in cui sono invece sempre più necessari provvedimenti che stimolino il rilancio delle attività e degli investimenti al fine di consentire la ripresa economica.

 

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