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Origine: Informazione e stampa - Autore: m.b.

Piano provinciale di gestione dei rifiuti E il riciclaggio mette una marcia in più

Nuovo strumento presentato in consiglio dell’assessore all’Ambiente Capponi

Otto aree di raccolta, tre bacini di smaltimento, un consorzio per 67 comuni. Sono questi i numeri del “Piano provinciale di gestione dei rifiuti” presentato dall’assessore ai beni e alle attività ambientali Sauro Capponi al termine del consiglio di lunedì. Una sorta di prg per i materiali di scarto che conosce una sola parola d’ordine, quella dettata dal decreto Ronchi: incentivare la raccolta differenziata per raggiungere nel 2003 l’obiettivo del 35% e ridurre quindi il più possibile la quantità di rifiuti che finiscono in discarica, termine in via di estinzione in quanto i vecchi e abusati “contenitori” dovranno lasciare il posto a moderni impianti di riutilizzo dei materiali di scarto. Al momento, in provincia, le percentuali di raccolta si aggirano intorno al 14%, quindi nei prossimi anni ci sarà da lavorare sodo.

«Il piano provinciale – ha spiegato l’assessore Sauro Capponi – prevede la costituzione di un consorzio obbligatorio Ato (Ambito territoriale ottimale), simile a quello per la gestione delle risorse idriche, al quale dovranno aderire tutti i Comuni della provincia. La raccolta sarà organizzata in tre bacini di smaltimento dove opereranno altrettanti impianti complessi per il compostaggio, il vaglio e la selezione, l’inertizzazione e la discarica razionale».

Ci sarà il bacino costiero nord (Pesaro e circondario) che farà capo all’impianto di Ca’ Asprete, il costiero sud per la zona di Fano e le comunità montane di Fossombrone e Pergola con l’impianto di Monteschiantello e il bacino dell’entroterra che raggruppa Urbino e i comuni delle restati quattro comunità montane servite dall’impianto di Ca’ Lucio.

«Per la Valmarecchia – ha sottolineato Capponi – il piano prevede la possibilità di accordi con altre province e regioni, mi riferisco in particolare all’utilizzo dell’impianto di Cesena e dell’inceneritore di Coriano di Rimini». Tutte le altre discariche saranno chiuse una volta raggiunti i quantitativi autorizzati.

E l’impianto di Montecalvo in Foglia? «Sarà una sorta di ruota di scorta per la provincia, il piano prevede infatti che diventi una riserva di stoccaggio dei rifiuti per eventuali situazioni di emergenza, autorizzando il progetto già approvato e in parte attuato che stabilisce un utilizzo per altri 200.000 metri cubi». Altri due anni di vita, invece, per la discarica di Ca’ Guglielmo a Cagli che potrà essere ampliata per 34.000 metri cubi.

Il piano provinciale prevede inoltre 8 aree di raccolta che corrispondono alle 6 comunità montane e ai bacini di Pesaro e Fano. Una sorta di unità di base per lo smaltimento all’interno della quale si dovranno organizzare sistemi di raccolta omogenei, dalla differenziata ai rifiuti solidi urbani. Ogni area si dovrà specializzare insomma in un tipo di smaltimento.

«Un traguardo importante quello raggiunto dalla Provincia con l’elaborazione del piano – ha fatto notare Capponi – un lavoro realizzato in tempi brevi, se si tiene conto che le linee guida sono state tracciate nel maggio 2000. Va sottolineato infine che il piano, della durata di dieci anni, non deve essere concepito come punto di arrivo, ma come approdo dal quale partire di nuovo per ulteriori verifiche, approfondimenti e correttivi in fase di applicazione».

Il piano è stato realizzato interamente con “risorse interne” da uno staff interdisciplinare di dipendenti dell’ente, si è fatto ricorso a una sola consulenza tecnica esterna. «Ringrazio tutto il gruppo di lavoro per la competenza, l’impegno e la celerità» ha concluso l’assessore Capponi. Dopo la pausa natalizia il nuovo strumento sarà discusso e messo ai voti.

 

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