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Origine: Informazione e stampa - Autore: n.g.

Piano cave: la Provincia garantisce la tutela delle falde

Il presidente Ucchielli chiarisce le norme di tutela e le modalità del Programma approvato dal Consiglio

PESARO. Trasmettiamo l’intervento del presidente Palmiro Ucchielli in riposta alla lettera aperta pubblicata dal Vostro giornale e intitolata: “Piano provinciale delle attività estrattive. Quale compatibilità fra cave e tutela delle risorse idriche?”

 

Come è noto, il Programma provinciale delle attività estrattive (PPAE), è stato approvato dal Consiglio provinciale con deliberazione n.109 del 20/10/2003, (in seguito modificato con DCP n.19 del 22/03/2004), successivamente (con delibera di Consiglio Provinciale n.20 del 22/03/2004), è stato approvato il Programma esecutivo delle attività estrattive (PEAE), quale strumento attuativo del PPAE stesso, che ha definito le suddivisioni dei bacini estrattivi dei materiali di cava, in poli estrattivi e unità minime di intervento, determinando, per ciascun polo, i quantitativi massimi di materiale estraibile nell’arco decennale di efficacia del Programma.

La Regione Marche, con deliberazione di Giunta Regionale n. 938 del 03/08/2004, ne ha dichiarato la compatibilità rispetto alle previsioni della Legge Regionale n. 71/1997 e al Piano regionale delle attività estrattive. Parliamo di strumenti di programmazione approvati in seguito ad un ampio e approfondito confronto con le amministrazioni comunali, i vari soggetti istituzionali, le associazioni di categoria, le associazioni ambientaliste. Una fase di confronto e concertazione tra la Provincia e gli enti interessati, in cui sono state acquisite le indicazioni utili ad individuare i vari poli estrattivi. In particolare su precisa indicazione del Comune di Fano, ente a cui spetta il rilascio dell’autorizzazione di cava, per quanto riguarda i poli estrattivi di ghiaia il PEAE ha previsto, tra gli altri, tre zone di interesse estrattivo: Falcineto–Torno, Tombaccia e Metaurilia.

Tali scelte sono derivate in primis dall’aver verificato la presenza di giacimenti di ghiaia per quantità e qualità suscettibili di economica coltivazione (come disposto dall’art. 8 , comma 2, lett. b) della L.R. n. 71/1997), e da successive verifiche in merito alla presenza di vincoli e divieti imposti dalle norme nazionali e regionali e dalle indicazioni del PRAE (Piano Regionale delle Attività Estrattive).

Va sottolineato anche che i poli estrattivi individuati rientrano in giacimenti di ghiaia e depositi alluvionali con una potenzialità notevolmente superiore rispetto ai quantitativi massimi estraibili definiti dal PEAE, e che l’estensione delle stesse unità minime di intervento è stata concepita in modo da poter consentire, attraverso attente valutazioni e soluzioni in sede progettuale, l’ottimizzazione dello sfruttamento della risorsa in rapporto alle caratteristiche del sito.

Per quanto riguarda, inoltre, le eventuali interferenze ed effetti dell’attività di cava sulla vulnerabilità della falda, si sottolinea che le norme vigenti vietano l’attività estrattiva in falda, e che, a maggior tutela, nelle norme tecniche di attuazione del PPAE (Programma Provinciale delle Attività Estrattive), all’art. 36 “Tutela delle acque sotterranee”, sono state previste precise misure di tutela e salvaguardia da adottare, come, ad esempio, un franco di rispetto dal tetto della falda non inferiore a 3 metri rispetto al livello misurato nel periodo di massimo ravvenamento, (va detto che le norme degli altri PPAE delle province marchigiane, nonché di numerosi altri piani a livello nazionale, prevedono un franco di rispetto di 1 metro), e ancora: l’installazione di strumentazione di monitoraggio, studi idrogeologici di dettaglio attestanti le caratteristiche dell’acquifero, la circolazione idrica superficiale e profonda. Misure di protezione e controlli, dunque, per garantire la massima tutela delle falde.

Va ribadito, infine, che i progetti per lo sfruttamento estrattivo saranno oggetto di puntuale e attento esame da parte degli uffici provinciali, sia in sede di istruttoria ai sensi del VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), con il supporto tecnico dell’Arpam, sia, successivamente, con la verifica della conformità alle disposizioni regionali e provinciali (L.R. n. 71/97). Ed è noto che le procedure di VIA prevedono analisi e verifiche dettagliate di tutto ciò che un intervento determina sulle caratteristiche ambientali presenti. Sarà quindi assicurata ogni forma di prevenzione e tutela. Resta comunque ben accetto da parte di questa amministrazione ogni eventuale suggerimento o indicazione che ciascun soggetto coinvolto ritenga opportuno formulare, al fine di salvaguardare adeguatamente le risorse idriche del nostro territorio, quale bene sempre più prezioso per la collettività.

Il presidente

Sen. Palmiro Ucchielli

 

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