Comunicati stampa | Dalla Provincia
Origine: Informazione e stampa - Autore: g.r.

“Per Giuliana Sgrena si agisca in fretta”

Cristina Cattafesta, amica della giornalista rapita in Iraq, lancia un appello da Pesaro per la sua liberazione

PESARO – “Quel video da un lato ci ha incoraggiato, dall’altro ci ha sconvolto. Spero che si agisca in fretta, perché Giuliana è capace di non mangiare per settimane se si sente vittima di un’ingiustizia”. Cristina Cattafesta, una delle più attive testimoni dell’attuale situazione femminile in Afganistan, giunta a Pesaro per l’incontro “Donne & Oriente” promosso dalla Provincia in collaborazione con l’associazione “Donne in Nero” di Fano nell’ambito dell’iniziativa “Le Modelle. Antiche donne e contemporanee”, ha parlato della sua amicizia con Giuliana Sgrena, la giornalista rapita in Iraq, evidenziando il suo carattere forte e coraggioso, ma anche debole in alcune situazioni. “Ho condiviso con lei diverse esperienze di lavoro in Algeria, Pakistan, Afganistan, è un’amica che ha sempre svolto il suo mestiere con grande professionalità e al tempo stesso con umiltà e modestia. La sua maggiore esigenza è sempre stata quella di far emergere in ogni suo servizio le persone, le loro parole, le loro vite”.

Insieme a Cristina Cattafesta, anche il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli e l’assessore alle Politiche giovanili, comunitarie e pari opportunità Simonetta Romagna, intervenuti all’appuntamento al Centro Fieristico Campanara, hanno lanciato un appello per la liberazione della giornalista rapita.

L’incontro “Donne & Oriente” ha visto la presenza di circa 800 studenti delle scuole superiori della provincia, grazie al coinvolgimento degli insegnanti che si sono dimostrati attenti e sensibili alle tematiche oggetto della rassegna. Quanto al tema specifico dell’incontro, l’intervento di Cristina Cattafesta è stato preceduto dalla proiezione del filmato “Donne di Kabul” curato dalle “Donne in nero” di Milano, che ha evidenziato in tutte le sue sfaccettature la situazione delle donne in Afganistan e l’aiuto fornito dall’associazione Rawa per sfuggire a condizioni di violenza (subita spesso all’interno della famiglia), per costruirsi un futuro a partire dall’istruzione (il 90% della popolazione è analfabeta), per imparare un mestiere soprattutto di tipo artigianale, per combattere le emergenze sanitarie ed alimentari.

 

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